News | 27 October 2014 | Autore: Francesco Giorgi

“Auto e Moto d’Epoca”: la legge dei grandi numeri premia le auto storiche

L’edizione 2014 di “Auto e Moto d’Epoca” di Padova va in archivio con un record di visitatori ed espositori, e si porta dietro le polemiche nate dalla proposta contenuta nella legge di Stabilità che elimina i benefici fiscali per tutte le auto e moto ultraventennali

Il settore italiano delle auto d’epoca è in agitazione, tuttavia la “base” risponde al meglio. La ventilata cancellazione delle agevolazioni fiscali ai veicoli ultraventennali contenuta nella legge di Stabilità e avanzata nei giorni scorsi non ha impedito ad “Auto e Moto d’Epoca” di Padova Fiere – una delle kermesse internazionali di primo piano nel settore delle auto storiche – di mandare in archivio l’edizione 2014 secondo la “legge dei grandi numeri”. La “tre giorni” padovana dedicata al mondo delle auto d’epoca si è conclusa ieri, e le cifre stilate dagli organizzatori confermano che il settore è più vivo che mai. Gli espositori (ricambisti, stand di aziendedi accessori, spazi di club, associazioni e collezionismo) sono stati 1.600; i veicoli esposti per essere venduti 4.000; a questi numeri occorre aggiungere i 25 appuntamenti fra concorsi, sfilate, workshop, meeting e convegni sul tema delle auto storiche. In cima a tutto: più di 80.000 visitatori, il che significa il 10% in più di pubblico in confronto all’edizione 2013.
Fra le presenze che hanno contribuito a rafforzare l’immagine dell’auto storica – diventata nel tempo molto più che “semplice” fenomeno di costume – è da segnalare l’impegno in prima persona delle Case auto, che hanno condiviso – con una rappresentanza dei rispettivi modelli storici accanto ad esempi dell’attuale produzione – la passione per le auto storiche e hanno dato valore aggiunto alla mission degli organizzatori di “Auto e Moto d’Epoca”, che vede nella cultura dell’auto uno dei capisaldi dell’economia nazionale. Abarth, Alfa Romeo, Aston Martin, Maserati, Mercedes, Peugeot, Porsche, Tesla, Toyota, Volkswagen e Volvo sono i marchi esposti ad “Auto e Moto d’Epoca 2014”. Brand affollati di visitatori, molti dei quali fanno parte di quell’esercito di appassionati possessori di veicoli ultraventennnali sui quali sta per abbassarsi una pesante mannaia fiscale.

Molte discussioni ad “Auto e Moto d’Epoca 2014” vertevano infatti sull’annunciata abolizione del bollo per auto e moto ultraventennali precedentemente inserite dall’Asi in una lista chiusa. E’ utile, a questo proposito, ricordare alcune cifre, riportando ancora una volta le previsioni avanzate nei giorni scorsi dall’Asi stessa se questo provvedimento contenuto nella legge di Stabilità diventerà esecutivo. I veicoli interessati sono 375.000, che porterebbero all’erario una somma stimata in 7,5 milioni di euro, mentre per il Paese – indica l’ASI – il “taglio” che deriverebbe dalla rottamazione della maggior parte dei veicoli ultraventennali (300.000 stima l’ASI) causerebbe, oltre a un impoverimento culturale del parco auto e moto più datato, anche minori entrate per lo Stato (18 milioni di euro dalle mancate revisioni), un sicuro danno per la filiera aftermarket (meccanici, carrozzerie, ricambisti) e per il comparto del turismo (oltre 2.000 eventi, raduni e meeting in meno per le auto storiche toglierebbero, indica l’ASI, ulteriori 12,5 milioni di euro).

Ad “Auto e Moto d’Epoca 2014Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, avverte che il settore delle auto storiche è complesso, e occorre distinguere fra “auto storiche” e “auto semplicemente vecchie”, laddove le prime hanno tutto il diritto di essere tutelate: “Da diversi anni puntiamo il dito sulle criticità del settore veicoli storici; in questo caso, l’intervento del Parlamento con un provvedimento ad hoc che recupererebbe 200 milioni di euro a favore dell’erario ha apportato più danni che benefici, perché non distingue ‘auto storiche’ da ‘auto vecchie’ e colpisce tutti indistintamente – commenta Sticchi DamianiLe facilitazioni di legge sono giustissime per gli appassionati che tutelano e conservano il patrimonio automobilistico nazionale; però queste vanno riservate unicamente ai veicoli dall’indubbio valore storico: i ‘catorci’ vanno rottamati, e le semplici auto vecchie, se utilizzate quotidianamente su strada, devono pagare come tutte le altre. A questo punto occorre perseguire soluzioni coindivise e in sinergia con tutte le realtà dell’automobilismo storico italiano”.

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