Opinioni | 15 April 2010 | Autore: David Giardino

Originali o Tarocchi: ecco la definizione corretta dei ricambi
Dopo anni di informazione, di lavoro serio, convegni, partecipazione a programmi televisivi, e di investimenti per migliorare l’informazione sia nelle reti di riparazione indipendente che presso l’automobilista, ci troviamo ancora al punto di partenza.
Basta una puntata di “Striscia la notizia” per far tornare il calendario indietro di dieci anni. Non è bastato il Regolamento Monti, non sono bastati i marchi dei componentisti sui ricambi forniti al primo equipaggiamento, le campagne pubblicitarie al pubblico per far cambiare la sensibilità del mondo dell’informazione nei confronti di un mercato, quello della riparazione indipendente, sempre discriminato dal mondo dei costruttori e dell’informazione. Oggi che il confronto è sempre più teso, sul filo di una tensione che si vive tutti i giorni con il proliferare di consorzi di concessionari creati per aggredire il mercato della riparazione post-vendita, ecco che compare l’ennesimo grave episodio di disinformazione sui ricambi. In Striscia del 6 di marzo non si parla di ricambi originali o di qualità corrispondente contro i ricambi tarocchi o contraffatti, ma si divide il mondo dei ricambi in due o originali delle case, o tarocchi. Tutta la filiera della riparazione indipendente è sempre stata attenta alla non diffusione di ricambi contraffatti, proprio per le ragioni sottolineate da Striscia, ma non si può confondere la contraffazione con l’utilizzo di ricambi che non abbiano la scatola del costruttore!
Inoltre, la presunta “truffa doppia” che subirebbe l’automobilista, che spesso non viene informato della qualità dei ricambi montatati, è un ulteriore danno alla fragile immagine del riparatore indipendente. Immagine che, soprattutto grazie ai network indipendenti, ha cercato di migliorare negli anni con anche la dichiarazione in fattura della qualità dei ricambi utilizzati. In un mondo dove l’immagine è quasi tutto, molta è ancora la strada che la riparazione indipendente deve fare per migliorare la percezione della qualità del proprio lavoro presso gli automobilisti, ma gli sforzi fatti sino ad oggi non  possono essere sviliti dal contenuto di una inchiesta (o presunta tale) le cui conclusioni sono risultate fortemente taroccate.
Speriamo sia stato solo un episodio involontario, ma l’ho già scritto anche in precedenza “a pensar male…” speriamo che questa volta mi sbagli!

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