Articoli | 20 December 2011 | Autore: Francesco Giorgi

Decreto “Salva Italia”: Anfia e Unrae esprimono le perplessità di autoriparatori e automobilisti

Nuovi provvedimenti che interessano il settore automotive. E però, è necessario un significativo impegno, da parte del Governo, sulle misure per lo sviluppo del comparto. E', in buona sostanza, quanto riferiscono, in questi giorni, Anfia e Unrae a seguito delle misure presenti nel decreto “Salva Italia” firmato lo scorso 6 dicembre dalla Presidenza della Repubblica e in queste ore al vaglio delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, dopo essere "passato" venerdì scorso alla Camera.

I nuovi sacrifici imposti agli automobilisti (e, di riflesso, anche ai professionisti della riparazione, ricambisti e fornitori) riguardano l'aumento delle accise sui carburanti (nuove aliquote in rialzo di 8,2 centesimi al litro sulla benzina e 11,2 centesimi al litro per il gasolio: ne consegue un aumento dei prezzi alla pompa, rispettivamente, di 9,9 centesimi e 13,6 centesimi). Non si sottraggono i carburanti “puliti” (con buona pace del loro sviluppo, e con una certa preoccupazione da parte delle officine di installazione): il GPL costerà 2,6 centesimi in più al litro, e l'accisa sul metano è stata ritoccata di 0,00331 euro al metro cubo.

E' stato, poi, annunciato un ulteriore rincaro di 0,0005 euro al litro per benzina e gasolio, che scatterà il 1 gennaio 2013.

Confermata, inoltre, l'addizionale sul bollo di circolazione per le autovetture al di sopra dei 185 kW (20 euro per ogni kW al di sopra di questa soglia), indipendentemente dall'anno di circolazione: il provvedimento scatterà già nel 2012.

Anfia e Unrae: sconcerto per il futuro dell'auto con il decreto salva – Italia: occorrono misure urgenti per automobilisti e professionisti

Dal canto suo, Anfia (in virtù del fatto che rappresenta una delle maggiori associazioni di categoria aderenti a Confindustria e comprende 9 gruppi merceologici: autobus, autoveicoli, autovetture sportive e speciali, carrozzieri autovetture, carrozzieri veicoli industriali, componenti, pneumatici, produttori veicoli per il tempo libero, rimorchi) indica la necessità di un confronto con il Governo per un impegno condiviso sulle misure da adottare per la crescita del settore automotive.

La delicatissima fase nella quale si trova il nostro Paese e la necessità del raggiungimento del pareggio di Bilancio impone misure di emergenza, e comprendiamo questa necessità – commenta Eugenio Razelli, presidente di Anfia – Bisogna, tuttavia, tenere sempre da conto la situazione di estrema debolezza economica nella quale si trova la filiera automotive in Italia. Per uscire da questa fase, ci aspettiamo lo stesso impegno, da parte del Governo, in termini di misure per la crescita, con interventi di sostegno alle imprese, favorendone gli investimenti e dando nuovo impulso al mercato. Nello specifico, torniamo a chiedere l'abolizione dell'Ipt – imposta unica fra i Paesi dell'Unione europea, che a seguito della manovra indicata nel decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011 non avrebbe più motivo di esistere. In più, ribadiamo l'esigenza di interventi sulle voci di spesa relative alla gestione dell'autovettura per mantenere la mobilità accessibile: nuove tecnologie per abbassare i costi (compresa l'assicurazione), e ridurre la congestione del traffico”.

Unrae (Associazione dei rappresentanti delle Case automobilistiche estere in Italia) esprime “perplessità e sconcerto” dall'esame della manovra varata dal Decreto Monti riguardo alle misure adottate per il settore automotive. “Le accise sui carburanti, GPL e metano compresi, i recenti aumenti di Iva, Ipt, imposta sull'Rc auto, andranno inevitabilmente a pesare sui costi di gestione degli autoveicoli, che già sono fra i più elevati in Europa. Il mercato delle autovetture ne risentirà oltre il decremento del 20% registrato nel triennio 2009 – 2011”, indica una nota diramata in questi giorni da Unrae. “In più – sottolinea Gianni Filipponi, direttore generale di Unrae – il giro di vite sul superbollo, raddoppiato (da 10 a 20 euro per lW superiore) ed esteso anche alle auto con potenza fra 186 e 225 kW, è ben difficile che frutterà nelle casse dello Stato i 168 milioni di euro stimati dai tecnici ministeriali. In realtà, questa addizionale, oltre ai gravi effetti sui bilanci degli operatori del settore, a causa del notevole deprezzamento che graverà sull'usato, provocherà una massiccia riduzione delle vendite delle auto più potenti. E' chiaro che ne deriveranno perdite sull'Iva, Ipt e bollo. In media, nel complesso, oltre 15 mila euro per ogni auto di più di 185 kW venduta”. “Auspichiamo - prosegue Filipponi – le necessarie modifiche per attenuare gli effetti negativi della manovra. Unrae ha già chiesto al Governo un incontro urgente per analizzare le iniziative a favore della mobilità sostenibile e della sicurezza della circolazione, per dare nuovi e significativo impulso a un mercato che sta esprimendo molto meno del proprio potenziale e che, al contrario, è fondamentale per l'economia nazionale”.

Vent'anni di aumenti... e la manutenzione?

Per un aggancio storico all'attuale – e difficile – situazione del comparto automotive in Italia, ecco qualche dato relativo agli aumenti che, negli ultimi 20 anni, hanno interessato il mercato dell'auto. Dal 1991 al 2011, evidenzia uno studio reso noto in questi giorni dal Centro Studi Auto Aziendali sui dati ufficiali dei costi di esercizio degli autoveicoli pubblicati periodicamente dall'Aci, il prezzo su strada di un'auto a benzina, di cilindrata compresa fra 1001 e 1500 cc, è cresciuto del 98,9% (a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 70,5%).

Quanto alle varie voci di spesa, il bollo di circolazione è aumentato del 216,1% (senza che, peraltro, gli automobilisti abbiano ottenuto il minimo miglioramento nei servizi prestati). Il costo del carburante è cresciuto dell'81,5%, solo in parte mitigato dallo sviluppo tecnologico delle Case auto nella ricerca verso una motorizzazione più attenta ai consumi. Il “capitolo” pneumatici ha registrato un aumento del 157,1%: un aumento, spiega il rapporto del Centro Studi Auto Aziendali, dovuto nella notevole innovazione tecnologica che ha interessato la filiera produttiva di pneumatici. Non giustificabile (soprattutto se si considerano le numerose richieste di riduzione dell'esborso avanzate, negli anni, dalle Associazioni di difesa del consumatore) è l'aumento dell'assicurazione Rc auto, cresciuto addirittura del 487,4%. In questa voce pesa soprattutto la beffa, per gli automobilisti, dell'incontrollata corsa ai ritocchi verso l'alto attuati dalle compagnie a partire dalla liberalizzazione delle tariffe avviata il 1 luglio 1994: avrebbe dovuto agire da calmiere, invece ha lasciato spazio all'effetto esattamente contrario. Alla faccia della concorrenza... Tutto questo fa il paio con la riduzione del 38% nel numero di vittime per incidenti stradali nel periodo 1991 – 2010. Aumenti doppiamente ingiustificati, dunque.

1991 -2011: spese di manutenzione calate del 3,8%

Il capitolo manutenzione, rileva il rapporto del Centro Studi Auto Aziendali, ha registrato negli ultimi 20 anni una riduzione del 3,8% nei costi di manutenzione e riparazione autoveicoli. Da una parte, spiega il documento, c'è ancora una volta l'azione delle Case automobilistiche verso lo sviluppo tecnologico che ha reso gli autoveicoli più affidabili: in sostanza, tagliandi e interventi di manutenzione sempre più “lontani” fra una sosta e l'altra in officina.

Dal canto nostro, pensiamo che la riduzione dei costi di manutenzione in officina sia dovuta anche, negli ultimi anni, alla crisi dei consumi che ha spinto molti automobilisti a rinviare alcuni interventi non urgenti al proprio autoveicolo. D'altro canto, la normativa europea 461/2010 sulla liberalizzazione dei tagliandi anche presso gli autoriparatori indipendenti (senza, quindi, doversi rivolgersi obbligatoriamente nei centri di assistenza delle concessionarie), se da un lato ha dato un po' più di respiro alle officine indipendenti, dall'altro è sintomatica del calo delle spese di manutenzione. Va, poi, considerato il momento positivo che sta interessando il franchising dell'autoriparazione: la rete di officine riunite sotto un marchio può garantire i servizi di intervento a prezzi “calmierati”, e visibili al pubblico grazie al Web.

 

Approfondimenti

Per Anfia

Per Unrae

Per il testo del decreto legge 201 del 6 dicembre 2011 (decreto “Salva Italia”)

Per il regolamento UE 461/2010 sui tagliandi effettuati da officine indipendenti

Per una news sul franchising dell'autoriparazione

 

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