Articoli | 30 March 2012 | Autore: Tommaso Caravani

Il “social repair” secondo Texa

L'azienda di Monastier di Treviso mette in campo la massima integrazione tra i suoi prodotti per offrire la miglior soluzione nel
momento in cui si presenta il problema, anche grazie ai “consigli” dei colleghi.

Quando siamo arrivati in Texa le idee erano chiare: parlare del Navigator Nano, la piccola interfaccia che permette a tutti gli strumenti di diagnosi Texa (tranne alle versioni per pc) di dialogare con la vettura senza dover utilizzare strumentazioni ingombranti. Un passo avanti importante, ma che, come ci ha spiegato Bruno Vianello, presidente dell'azienda, non ha senso se non si contestualizza bene l'opera che, da anni, Texa sta portando avanti.
Questa azienda, tutta made in Italy, infatti, sta investendo in maniera importante per l'integrazione sempre più spinta tra i propri prodotti, che possono contare su una piattaforma di programmazione comune: l'IDC4, il sistema operativo che “tiene i fili” di tutte le applicazioni Texa.
Dietro la progettazione di questo software si nasconde il segreto del successo di Texa, ma anche il “Vianello pensiero” che, a fronte di un mondo della riparazione sempre più complesso, promette di fornire strumenti sempre più intuitivi e semplici da utilizzare. Per fare questo, lo sforzo progettuale è importante e si capisce perché l'IDC4 rappresenti il “progetto madre” di tutto lo sviluppo.

Perché il software è oggi tanto importante?

Perché il mondo della riparazione auto è oggi invaso dalle informazioni che il riparatore deve conoscere. A me piace paragonare il nostro settore a internet. Internet è una infrastruttura che contiene una quantità quasi infinita di informazioni, molte delle quali sono inutili, mentre molte altre sono vitali. In quel mondo Google organizza le informazioni, in modo che ogni persona trovi sempre quello che cerca nel momento in cui le serve. Nel mondo della riparazione, Texa vuole porsi nello stesso modo e per fare questo c'è bisogno di un software in grado di comprendere in maniera semplice le necessità dei riparatori e di trovare le soluzioni celermente.

Ha citato Google a caso o per via dell'accordo che avete con il colosso di Mountain View?

Ho citato Google perché è il riferimento nel mondo della ricerca on-line, ma potrei fare lo stesso con altri colossi dell'informatica americana. Basti pensare ad Apple, che con i suoi prodotti è stata in grado di creare nuovi standard nel mondo della telefonia e dei player musicali. Oppure facebook, dove gli utenti si scambiano informazioni ed esperienze.
Texa, oggi, è la risposta italiana a questi colossi nel mondo professionale. Grazie all'accordo con Google e ai nostri server sempre on-line, garantiamo al riparatore un'esperienza di riparazione unica. Ogni meccanico può caricare i problemi che ha incontrato e le soluzioni che ha adottato, in modo da condividere la sua esperienza con tutti i suoi colleghi che usano prodotti Texa, il tutto moderato dal nostro call center. Si tratta di una cosa unica, che è resa ancora più semplice grazie proprio all'accordo con Google, che rende la ricerca di una determinata riparazione ancora più facile. Se un meccanico trova un'anomalia che non riesce a spiegarsi, può interrogare il nostro datacenter e trovare le soluzioni che hanno adottato i suoi colleghi.
È una rivoluzione nel modo di lavorare dei meccanici: nessuno è più “solo” nella sua officina, ma si lavora in maniera “sociale”. In questo siamo simili a facebook, perché permettiamo ai riparatori di condividere tra loro le proprie esperienze. Tuttavia, siamo un facebook “migliore” dell'originale, perché in ambito lavorativo è importante la qualità delle informazioni messe in comune, e noi controlliamo tutti le soluzioni, pubblicando quelle testate e verificate. Un lavoro enorme, che prevede l'impiego di tante persone dedicate, ma che garantisce di avere contenuti aggiornati quotidianamente e un grado altissimo di soddisfazione dei nostri clienti.


In aggiunta avete anche un call-center dedicato alle problematiche tecniche, come funziona?

Non si tratta di una struttura a sé stante. Noi abbiamo realizzato un pacchetto di assistenza all'autoriparatore che sfrutta tutti i canali possibili: voce, traffico dati e addirittura controllo remoto. Ad esempio con l’ultimo Axone 4 il meccanico può collegarsi direttamente via telefono o via web con il call center nella modalità “teleassistenza” che, grazie al kit audio opzionale, può abilitare il controllo dello strumento da parte del personale Texa, qualora il meccanico disponga di apposito servizio di supporto tramite il call center. Con questa funziona avanzatissima l'autoriparatore è come avesse un tecnico Texa a fianco che lo aiuta nelle interpretazioni più complesse. Ci tengo a precisare che si tratta di interpretazioni relative alla diagnosi, non all'utilizzo dello strumento.
Da anni, infatti, i nostri ingegneri lavorano costantemente al miglioramento dell'interfaccia utente: icone di facile comprensione e pochi passaggi per arrivare al cuore del problema. In questo senso pensiamo di avere davvero fatto passi da gigante rispetto sia alla concorrenza sia ai nostri vecchi modelli. Oggi fare l'autodiagnosi con un prodotto Texa è semplice e veloce. Il nostro motto è semplificare la vita dell'officina e, se possibile, fare in modo che a ogni riparazione l'esperienza del singolo rimanga a disposizione di tutti.


Nonostante Texa sia un player oramai internazionale, voi avete mantenuto la produzione completamente in Italia, ci spiega perché?

Perché produciamo prodotti avanzati, ma anche perché abbiamo voglia di fare e persone preparate. Texa ha quasi la metà dei suoi 450 dipendenti impegnati in ricerca e sviluppo, dove investiamo il 12% del nostro fatturato. Una attività, questa, che non può essere secondo noi delegata all’estero. Costruire “in casa” ci consente inoltre di avere un controllo diretto sulla produzione (che ricordiamo completamente automatizzata) e sulla relativa qualità.
Inoltre, avere la produzione nello stesso sito della progettazione ci permette di essere più efficienti e di lanciare continuamente nuovi prodotti, tutti con un alto tasso di innovatività.
Basti pensare a cosa abbiamo fatto con i nuovi refrigeranti per aria condizionata: abbiamo realizzato una macchina, come la 780 Bi-Gas, che funziona con entrambi i refrigeranti, garantendo un risparmio a chi vuole entrare oggi in questo business (che in questo modo può acquistare una sola macchina per entrambi i sistemi).
E siamo all'avanguardia anche nel settore nelle monogas: sulla Konfort 770S (e optional sugli altri modelli della serie 7 eccetto la 720) abbiamo introdotto un sistema di identificazione del refrigerante, solo questo coperto da ben tre brevetti internazionali: siamo gli unici produttori europei di un sistema simile applicato alle stazioni di ricarica, particolarmente importante in questo periodo in cui si segnalano anche pericolosissime contraffazioni di gas refrigerante, con incidenti anche mortali. Senza contare che siamo oramai nell'attrezzatura consigliata dai più importanti marchi auto nel settore aria condizionata.
Ma tutto questo non ci basta certamente, per essere competitivi in questo settore non ci si può fermare e noi continuiamo a investire in ricerca a 360°: nell'analisi gas di scarico, nella telediagnosi, cioè la diagnosi a distanza, e negli strumenti di diagnosi, ovviamente, dove ogni lancio rappresenta un nuovo standard di settore.    

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