Articoli | 02 May 2012 | Autore: Alberto dello Iacono

La formazione passa per l’ibrido

Una serata per conoscere i sistemi di alimentazione ibrida: questo il tema dell'incontro organizzato da I.DI.R.
per le officine della rete Bosch Car Service.

Per le officine che fanno parte del network Bosch Car Service (BCS) di Campania e Calabria, che usufruiscono del servizio di formazione tecnica gestito dal distributore regionale I.DI.R. di Sergio Monzeglio, il tema dell'aggiornamento dell'incontro di aprile è stato l'ibrido, in tutte le sue declinazioni: micro, mild e full.

Perché parlare dell'ibrido

La decisione di parlare delle nuove tecnologie, come ha spiegato a inizio serata Alberto dello Iacono (marketing manager di I.DI.R.), è stata determinata dalle normative entrate in vigore da gennaio 2012. I nuovi standard dell'Unione Europea, infatti, segnano come limite massimo per le emissioni di CO2 dei veicoli 130 g/km, un target raggiungibile grazie alla tecnologia del motore, e richiedono una riduzione di 10 g/km di CO2 mediante l’utilizzo dei biocarburanti e di nuovi pneumatici ottimizzati; l’obiettivo dichiarato per il 2020 è di 95 g/km di CO2 in tutta Europa. Questa “spinta” a livello comunitario condizionerà le aziende di produzione dei veicoli, che dovranno obbligatoriamente utilizzare nuovi standard.
Per questo motivo, I.DI.R., in collaborazione con il management di Bosch
Italia,  ha deciso di organizzare una serie di sessioni formative e informative sulle nuove tecnologie ibride.
“Il termine ibrido - afferma Alberto dello Iacono - viene utilizzato dalle case automobilistiche per evidenziare l’aspetto ecologico dei veicoli in produzione; il marketing (molto efficace) e le promozioni commerciali fanno il resto e renderanno il veicolo ibrido un'icona indispensabile, invogliando gli automobilistai più attenti”.

Le declinazioni e i vantaggi dell'ibrido

Toyota è stata la prima a portare sul mercato, come vettura di serie, un modello di vettura ibrida. Il motore ibrido si avvale di un sistema di doppia propulsione (solitamente elettrica), che assiste i motori (sino ad ora) a benzina con un inserimento elastico e rapido nello stesso momento.
Esistono vari sistemi ibridi e sono denominati micro, mild e full, così identificati in base alla prevalenza del sistema di propulsione elettrico.
Tutti e tre i sistemi recuperano l’energia cinetica sviluppata; tutte le vetture sono poi dotate di un generatore che sfrutta frenata e velocità del veicolo per ricaricare le batterie installate.
I vantaggi di questa soluzione sono notevoli: dal risparmio di carburante all'abbattimento delle emissioni di CO2, oltre alla garanzia di una partenza veloce e affidabile per l’intero ciclo di vita del veicolo.

La diffusione del microibrido

Pur non potendo fare previsioni sulle scelte di mercato delle case auto e la quota di elettrico mild e full sul circolante, possiamo già notare una buona presenza di vetture dotate di microibrido, cioè del sistema Stop&Start.
I tecnici ritengono che già nell'immediato futuro questo sistema sarà sempre più presente sul mercato e si stima che entro il 2015 la percentuale dei veicoli dotati di questa soluzione e circolanti in Europa raggiungerà una quota compresa tra il 65 e il 70%. Oggi, infatti, sono circa 2,8 milioni i veicoli dotati di tecnologia Stop&Start e nel 2015 saranno all'incirca 30 milioni.
Del resto, laddove i combustibili stanno diventando sempre più cari, questa nuova tecnologia dà un grosso contributo alla tasca dei consumatori, con il pregio di un basso impatto ambientale.

Stop&Start: come funziona

L'utilizzo di questi nuovi sistemi non è difficoltoso per l’automobilista. Bosch ha anche realizzato un filmato (caricato per gli ospiti di IdirDay sul sito www.idirday.it) per illustrare come il sistema Stop&Start sia tecnicamente articolato, ma altamente funzionale nell’utilizzo. La sosta a un semaforo o l’attesa nel traffico sono situazioni quotidiane che si presentano sempre più spesso; mentre l'auto è ferma, il motore consuma e continua a emettere gas. È qui che intervengono le nuove tecnologie ibride, in particolare il sistema Stop&Start: l’automobilista rilascia il pedale dell'acceleratore e frena (durante la sosta a un semaforo o nel traffico), mette in folle e il sistema controlla che il motore sia al minimo e che non sia inserita nessuna marcia; nel frattempo, i sensori alle ruote verificano che la velocità sia nulla, mentre il sensore elettronico della batteria segnala una potenza sufficiente per il successivo riavvio; a questo punto il motore è spento. Alla ripartenza, l’automobilista preme il pedale della frizione e il motorino di avviamento Stop&Start riceve il segnale di avviamento del motore; il propulsore si accende in maniera veloce e sicura e quando il guidatore inserisce la marcia, il veicolo si muove sicuro e senza ritardi.

In officina si parte dalle batterie

Se il sitema Stop&Start comporta un valido contributo al risparmio di carburante e alle riduzioni delle emissioni inquinanti, richiede però all’autoriparatore un minimo di attenzione, specialmente in caso di sostituzione della batteria. Quest'ultima, infatti, sarà sicuramente un componente sempre più fondamentale e necessiterà di ulteriori potenziamenti a causa della maggior richiesta di prestazioni.
La sostituzione della batteria diventa quindi un'operazione sempre più delicata e per questo richiede tester diagnostici specifici.
I.DI.R. ha iniziato a comunicare in maniera semplice tutti questi concetti.
“Si tratta di un cambiamento epocale – conclude dello Iacono - che ci traghetterà verso i sistemi ibridi. Il nostro intendimento è quello di formare le officine indipendenti e renderle in grado di affrontare queste nuove sfide trasformandole in opportunità”.   

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