Articoli | 02 May 2013 | Autore: Giorgio Spolverini

E.T.F. - Il bello della diretta

Specializzati da oltre 30 anni in ricambi freno, la titolare di E.T.F.  Vilma Marastoni pone l’accento non tanto su gamma e qualità (l’azienda è stata tra le prime a essere omologate Tuv e ECE R 90), 
ma sul rapporto diretto con il cliente, che trova risposte immediate senza passare da centralini e uffici vari.  

Attualmente nell’azienda torinese E.T.F. sono gestiti 1.600 modelli di pastiglie freno, 700 tipi di ganasce, 1.300 dischi freno, per una copertura di oltre il 90% del circolante vetture, furgoni, fuoristrada, camion e autobus. Naturalmente, la gamma dei prodotti, oltre ai veicoli europei, si estende anche a quelli giapponesi, coreani e americani. Inoltre è prevista anche una produzione per alcuni modelli di veicoli storici e vetture da gara in pista. 

Magazzino
Tutto questo comporta un magazzino dalle logiche di funzionamento evolute per assicurare il massimo in termini di servizio. A causa della crisi economica in corso, oltre tutto, il distributore (come tutta la clientela più in generale) non è più in condizioni di crearsi un magazzino proprio, riccamente fornito. Comprensibile tutto sommato, visto che nessuno può prevedere ciò che potrà vendere oggi. Quindi E.T.F. non si trova solo a dover controllare e sostenere la produzione con l’attenzione di sempre (zero reso in garanzia), ma sotto il profilo delle vendite deve affrontare richieste di una clientela che spazia su tutti i modelli d’auto con quantità di ricambi sempre più irrisorie e polverizzate. Un punto di forza, oltre alla vasta gamma e alla qualità, è il rapporto diretto: non c’è nessun centralino, le risposte alle richieste sono immediate. 
 
Garanzie
La garanzia sulla qualità è data dal fatto di essere produttori. Ogni lotto è testato e immesso sul mercato solo con la certezza che la qualità rispecchi quanto richiesto dalle norme di sicurezza. Eventuali resi devono essere accompagnati dalla scheda dell’acquirente (distributore o ricambista), con il motivo, e spediti per il controllo. Questo perché è capitato di ricevere merce mai spedita da E.T.F., che ingenuamente il distributore cliente ha ritirato dal meccanico sostituendola gratuitamente. In questi casi si parla di rapporto commerciale, per fare cosa gradita al cliente non si deve riconoscere merce fornita da altri. 
 
Internet
Non è mai di fatto stato attivato il servizio e-commerce, poiché i contatti proverrebbero soprattutto da privati. I prodotti trattati da E.T.F. sono complessi: per lo stesso veicolo possono essere disponibili impianti frenanti diversi a seconda della serie, e ovviamente il cliente automobilista non sa quali componenti specifici abbia la propria vettura. Inoltre sul web si vedono siti di tutti i generi nei quali sono proposti ricambi più svariati a prezzi più che invitanti per l’automobilista. Da parte della clientela sono stati segnalati prodotti E.T.F. a un terzo del prezzo proposto dall’azienda stessa. Da una ricerca, è saltato fuori un nome sconosciuto che ha affermato di aver acquistato la merce da un fallimento di un altro nome che comunque non risultava nella lista clienti E.T.F. Pertanto, si sconsiglia di acquistare prodotti legati alla sicurezza dalla dubbia provenienza e dal costo “troppo” invitante... 
 
Mercato
Da circa un anno l’offerta è rivolta maggiormente ai ricambisti, sebbene questo comporti una maggiore frammentazione su spedizioni, numero di fatture, bolle, registrazioni contabili e quant’altro. Insomma, maggiori oneri burocratici che non aiutano in termini di tempo e costi. A questo va aggiunto che nell’attuale situazione generale, si verificano ritardi d’incasso. Un problema che esiste, ma che tocca marginalmente E.T.F. perché il cliente viene sempre valutato nella sua reale capacità di vendita nelle zone in cui opera. La fortuna è che negli uffici E.T.F. ci si confronta molto, per cui è difficile che si corra il rischio di spedire merce a un cliente già insolvente. Piuttosto si è coscienti di fornire magari clienti temporaneamente in difficoltà... Ma chi dimostra troppa facilità nel ritardare i pagamenti viene fornito logicamente solo dopo avvenuto bonifico.  
 
Alla fin della fi(li)era...
Il consumatore finale, l’automobilista, cerca di risparmiare su tutto (complici anche i prezzi civetta che vede sul web). Infatti è realtà il fatto che nonostante siano state vendute meno auto nuove, il ricambio non sia cresciuto. Tutto questo evidenzia delle criticità che spingono il cliente finale a cercare sul web il miglior prezzo possibile, pensando di essere raggirato forse anche dal “fidato meccanico di fiducia”. Inoltre, per chi si trova in difficoltà economiche, l’auto passa sicuramente in secondo piano rispetto ad altre esigenze... Una ragione in più per non cambiare né freni, né resto.

Un po’ di E.T.F.
Classe 1978 per E.T.F., società di Santena (To) specializzata nel campo freni e frizioni condotta da Vilma Marastoni e Luigi Biorci. L’azienda opera in Italia (33%) e all’estero (67%). Verso la prima metà degli anni 80 entra in società il fornitore primario della parte frenante, per cui di fatto E.T.F. non si occupa solo del lato commerciale, ma anche produttivo. Bei tempi sono stati gli anni 90: dal 1993 al 1996 in particolare si è raggiunto il picco delle vendite grazie anche alla svalutazione della lira, che rendeva appetibile il prodotto italiano. Poi si è aperto il mercato globale: 
dal 2003 a oggi si sono avvicendati agguerriti competitor dal punto di vista dei prezzi, come le realtà asiatiche. E quindi la crisi. 
Attualmente la sede di Santena, che si sviluppa su 2.000 metri quadri di superficie, si avvale di 7 dipendenti, di cui 3 al magazzino, 2 impiegati, uno all’amministrazione e uno alla logistica. 
I due soci inoltre si occupano di amministrazione e commerciale. 
Nella sede produttiva di Casarano (12.000 metri quadri), 
ci sono 40 addetti alla produzione, 4 alla ricerca, 3 al magazzino, 
uno agli acquisti e 2 all’amministrazione. 

Un po’ di Vilma...
Inizia a lavorare nel settore automotive nel 1970 per un’azienda 
che per varie vicissitudini chiude. Successivamente il grande passo: l’opportunità di costituire una nuova società. Le forze erano poche, ma le amicizie maturate con i clienti esteri tante. Un cliente tedesco 
è stato di grande aiuto per l’avvio dell’attività, non solo dal punto di vista economico ma anche sotto il profilo della qualità. E.T.F. ottiene nel 1989 le prime omologazioni di prodotto privo d’amianto dal TUV di Essen. Amministratore unico dell’azienda per 
cui lavora, Vilma non 
ci pensa affatto ad andare in pensione, perché il suo mondo è questo e le permette di conoscere continuamente persone e mentalità interessanti. Viaggia su Toyota Avensis perché affidabile e spaziosa. Chi lavora con lei deve conoscere il mercato e avere un’ottima memoria. È importante infatti ricordare le persone, i discorsi e anche i pettegolezzi, perché offrono l’opportunità di elaborare strategie 
di gestione e magari non ripetere errori commessi da altri. In un momento difficile come quello che si sta vivendo, dal punto di vista del lavoro, è importante che distributore, ricambista o meccanico che sia, siano in grado di valutare il prodotto che viene offerto. Se 
ha un prezzo troppo basso... ci si chieda sempre da dove proviene 
e come comportarsi in caso di inconvenienti. Per il suo modo 
di operare, Vilma è orgogliosa di poter affermare che in particolare durante i Saloni anche i concorrenti o comunque persino chi non è cliente la saluta. Dimostrazione di aver ben agito nei confronti di tutti. 

Contraffazione: dai ricambi al curioso caso di un distributore di nome Google
La contraffazione non è una novità. Anni fa succedeva soprattutto con i turchi. Sono stati trovati prodotti a marchio E.T.F. mai forniti ufficialmente dall’azienda torinese. Ma senza andare troppo indietro negli anni, l’ultimo caso risale al mese scorso dopo segnalazione di un cliente greco che ha visto su un sito orientale un’azienda che ha letteralmente copiato marchio e confezione E.T.F., offrendo però un prodotto mai trattato. 
La stessa titolare Vilma Marastoni ha visitato personalmente un’azienda in Cina che desidera diventare distributore E.T.F. il cui nome è Google. A domanda del motivo di questo nome, candidamente e prontamente è arrivata risposta: “Si tratta di un nome noto, e che quindi sarà di buon auspicio per gli affari”. Chiaramente tutto questo comporta turbative in un Paese dove l’economia è in recessione e le persone sono profondamente confuse da differenze di prezzo così eclatanti.        


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