Articoli | 03 February 2014 | Autore: Stefania Antonelli

La sicurezza nascosta

Un mercato in leggera controtendenza. Per migliorare ancora, è necessario trasmettere all’automobilista l‘importanza dell’ammortizzatore in ambito sicurezza, in modo che sottoponga la vettura a controlli periodici e faccia sostituire gli ammortizzatori ogni 80.000 km.

Sono circa 2,5/3 i milioni di pezzi di ammortizzatori movimentati in un anno nel mercato aftermarket indipendente italiano. Una cifra in aumento? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dal cauto ottimismo di alcuni produttori che hanno visto nel 2013 una lieve inversione di tendenza del mercato ammortizzatori italiano rispetto ai precedenti anni di stagnazione. Un segnale positivo che fa ben sperare per il futuro.
Si può fare di più? Certamente, se si considera che l'ammortizzatore è ancora troppo poco conosciuto come componente della sicurezza dal consumatore finale, che gli attribuisce solo il compito di aumentare il comfort di guida. Questo è dovuto al fatto che nei normali programmi di manutenzione la considerazione degli ammortizzatori è scarsa o inesistente.
Bisogna quindi educare l'automobilista. Tra produttori e distributori, molte aziende si occupano direttamente della formazione dei propri rivenditori e delle officine clienti relativamente all'importanza che questo componente riveste, in modo che il messaggio venga poi trasmesso anche ai proprietari dei veicoli. Alcune campagne, anzi, si rivolgono proprio all'utente finale, per sensibilizzarlo.
Le sospensioni in cattive condizioni possono vanificare l’effetto di sistemi di sicurezza come il controllo elettronico delle sospensioni (ESC), gli ammortizzatori scarichi allungano la distanza di frenata e fanno perdere aderenza con la strada ai pneumatici, una molla usurata può rompersi senza preavviso causando la perdita di controllo del veicolo. Un veicolo che viaggia con ammortizzatori scarichi perde più facilmente il controllo in curva o durante le manovre ed è più soggetto al fenomeno dell'aquaplaning.
Laddove l'automobilista non sia informato, è compito dell'autoriparatore fargli capire la relazione tra ammortizzatore e sicurezza, spiegandogli così il perchè della necessità dei controlli periodici (circa ogni 20.000 km) e dell'eventuale sostituzione (informandolo anche dell'esigenza di cambiare come minimo i due ammortizzatori dello stesso asse, meglio ancora tutti, per evitare di sbilanciare la vettura). Con una regolare comunicazione in questo senso, il proprietario del veicolo – quando arriverà il momento della sostituzione degli ammortizzatori – saprà che l'intervento è necessario per la sua sicurezza, e non attribuirà alla “furbizia” dell'autoriparatore il consiglio di cambiare non un solo ammortizzatore, ma due o quattro, perchè saprà che altrimenti si ritroverebbe a guidare un'auto non bilanciata.
 
I controlli
Gli ammortizzatori vanno sostituiti circa ogni 70-80.000 km. È opportuno comunque verificare lo stato delle sospensioni ogni volta che un veicolo entra in officina.
Basta un veloce test su strada e assicurarsi che lo sterzo sia preciso e reattivo, che quando si passa su una cunetta il volante non provi a girare su se stesso, che non vengano emessi strani rumori sordi o altri rumori dal telaio. Eseguendo una serie di fermate rapide a 40 o 50 chilometri orari, bisogna assicurarsi che il muso della vettura non si abbassi e la parte posteriore non si alzi rapidamente e/o rimbalzi durante queste manovre. Opportuno anche controllare che non si verifichi una condizione nota come “memoria dello sterzo”, tendenza delle ruote a continuare in una certa direzione dopo aver girato. La condizione corretta è che le ruote e lo sterzo ritornino in posizione centrale dopo avere girato.

Alcuni consigli per la sostituzione
• Lavorare nella massima pulizia.
Devono essere sempre sostituiti nello stesso momento tutti gli ammortizzatori sullo specifico assale, come minimo. Sarebbe ideale sostituirli tutti e quattro.
• Sostituire sempre i dadi autobloccanti e le coppiglie.
• Sostituire tutti i componenti di raccordo forniti con gli ammortizzatori.
• Non sono consentite saldature né raddrizzature sui componenti di sterzo e sospensioni.
Utilizzare sempre gli strumenti appropriati, non utilizzare strumenti pneumatici per il montaggio.
• Non stringere in alcun modo lo stelo del pistone.
“Pompare” gli ammortizzatori prima di montarli, vale a dire comprimerli ed estenderli a mano per far circolare l’olio al loro interno, in modo da ottenere un corretto funzionamento del ricambio fin da subito dopo il montaggio.
Non serrare i dadi degli ammortizzatori montati sulla vettura prima di aver rimesso il veicolo a terra con il proprio peso sulle ruote. Gli ammortizzatori serrati con la vettura sospesa non permettono agli steli degli ammortizzatori di lavorare liberamente in asse quando il veicolo viene rimesso a terra con il peso sulle ruote. La cinematica delle sospensioni, infatti, deve essere libera di rimettersi in “posizione di lavoro” prima che vengano stretti i dadi di fissaggio. Lo stelo verrebbe altrimenti sottoposto a sforzi anche di flessione, che causerebbero un consumo prematuro dei paraoli. Un errore purtroppo comune, che viene spesso erroneamente classificato come difettosità dell’ammortizzatore con conseguente reclamo in garanzia. 
Seguire la corretta disposizione dei componenti: attacchi a perno/cuscinetto del montante telescopico.
Durante ogni ispezione controllare i fissaggi degli ammortizzatori, i componenti della tiranteria e quelli in gomma-metallo.
Ingrassare lievemente i bulloni di bloccaggio degli attacchi ad anello. Evitare che il grasso raggiunga i componenti in gomma.
Attenzione: il sigillante del corpo e lo sporco stradale che aderisce all’ammortizzatore vengono spesso scambiati per difetti di tenuta.
 

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