News | 26 July 2011 | Autore: Francesco Giorgi

Automotive: nel 2010 pressione fiscale al 16,6% del gettito e superiore dell'1,2% sul 2009

Quasi 68 miliardi di euro. Per la precisione, 67,8. E' il prelievo fiscale sulla filiera automotive del 2010, secondo il rapporto reso noto in questi giorni da Anfia, l'Associazione nazionale della Filiera dell'industria automobilistica che raggruppa oltre 280 aziende associate che operano in nove Gruppi merceologici: Autobus, Autoveicoli, Autovetture sportive e speciali, Carrozzieri autovetture, Carrozzieri veicoli industriali, Componenti, Pneumatici, Produttori camper, Rimorchi.

D'altro canto, il gettito derivante dal settore automotive, indica Anfia, è cresciuto dell'1,2% nel periodo 2009 – 2010, proprio laddove le entrate tributarie nazionali hanno registrato una contrazione dell'1%. In altri termini, la quota del comparto sul gettito complessivo è stata del 16,6% (nel 2009 era stata del 16,2%). Se si prendono in considerazione gli altri quattro principali mercati europei – Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna – l'incidenza del gettito fiscale della filiera automotive italiana sul Pil resta elevata: 4,4%, dove la media degli altri Paesi è del 3,8%.

Nella ripartizione del prelievo fiscale calcolata sui diversi momenti impositivi del “ciclo di vita contributivo”, il settore autoveicoli vede, al primo posto, la quota di tassazione che deriva dall'utilizzo dell'autoveicolo nell'anno, per 52,6 miliardi di euro (a rappresentare il 77,5% del gettito complessivo che proviene dal settore automotive). Questa “voce” incide del 3,1% in più rispetto al 2009 a causa dell'aumento dei prezzi di carburanti, lubrificanti e del maggiore gettito Iva sugli interventi di manutenzione e riparazione e sull'acquisto di ricambi, accessori e pneumatici.

Al secondo posto, c'è la quota di contribuzione al momento dell'acquisto dell'autoveicolo: versamento di Iva e Ipt, per il 12,7% e un totale di 8,64 miliardi di euro. In questo caso, rispetto al 2009 si è registrato un calo dell'8,8% a causa della massiccia flessione (- 9,2%) delle immatricolazioni di autovetture nel 2010 e un diverso assetto del mix di vendita, che ha visto ridimensionata la quota di autovetture nuove a privati a favore di un aumento delle immatricolazioni intestate a società e di quelle a noleggio.

Infine, la terza “voce” riguarda la tassa di possesso. Il pagamento del “bollo” ha inciso per il 9,7% (con 6,61 miliardi di euro), in crescita dell'1,7% sul 2009 come effetto dell'aumento di autoveicoli circolanti (+ 1,1%).

Il valore delle immatricolazioni ha contribuito al versamento di 7,5 miliardi di euro al Fisco; il gettito fiscale sui combustibili è aumentato (a seguito del crescente aumento che si è avuto durante l'anno) dell'1,2% sul 2009, segnando un valore di 30,39 miliardi di euro. Per i lubrificanti, la crescita del gettito è stata del 5,8%.

Aumentato anche il gettito Iva relativo a manutenzione e riparazione degli autoveicoli e all'acquisto di ricambi, accessori e pneumatici: in questo caso, il rialzo è stato del 3,3% sul 2009; il valore complessivo è stimato in 10,6 miliardi di euro. La “causa”, qui, va indicata nel fatto che, a fronte di tecnologie che consentono riparazioni e tagliandi ad intervalli sempre più lunghi, la maggiore complessità dei prodotti ha reso gli interventi d'officina più costosi.

Gli automobilisti e la filiera automotive restano il 'bancomat' dell'erario – punta il dito Eugenio Razelli, presidente di Anfia – La pressione fiscale sul comparto continua a crescere, la sua incidenza sul Pil è superiore alla media europea. E i numerosi provvedimenti introdotti e annunciati quest'anno fanno pensare che la fiscalità conoscerà un ulteriore rincaro”. “La situazione è insostenibile prosegue Razelli – la disponibilità economica della 'filiera – bancomat' si sta esaurendo. In un quadro di continui rincari dei prezzi dei carburanti e delle polizze assicurative, abbiamo dapprima assistito ad un aumento delle accise sui carburanti: +7,3% per la benzina e +9,7% per il gasolio diventati effettivi dal 1° luglio. Poi, con il decreto legislativo sul federalismo fiscale, sono stati disposti un’ipotesi di riordino dell’IPT - tassa esistente solo in Italia – con una rimodulazione delle tariffe parametrata alla potenza e alla portata dei veicoli, e un incremento fino a 3,5 punti dell’aliquota dell’imposta provinciale sull’RC auto. In ultimo, il superbollo: l’addizionale erariale della tassa automobilistica per le vetture di potenza superiore a 225 kw introdotta con la manovra finanziaria 2011”.

Per il numero uno di Anfia, “Occorre riportare la mobilità al centro dell’attenzione delle istituzioni,impegnandoci a far sì che il federalismo fiscale non comporti ulteriori aggravi o complicazioni del sistema di tassazione, facendo in modo che una buona parte del gettito fiscale possa essere reinvestito nel settore, a partire dalla rete infrastrutturale, e lavorando sulle voci di spesa relative alla gestione dell’autovettura per mantenere la mobilità accessibile, ad esempio con l’adozione di nuove tecnologie per abbassare i costi, per esempio dell’assicurazione, e ridurre la congestione del traffico, diminuendo i consumi”.

 

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