News | 07 November 2011 | Autore: Tommaso Caravani

Abitudini di pagamento: concessionari in ritardo

Un'indagine di Cribis, azienda specializzata in business information, rivela che concessionarie e stazioni di servizio pagano alla scadenza solo nel 53% dei casi.

Non solo le officine soffrono. L'intera filiera dell'aftermarket, infatti, lamenta un problema di recupero crediti e pagamenti ritardati. Una faccenda che riguarda “solo” la filiera indipendente? Non sembrerebbe, almeno a guardare i dati diffusi da Cribis D&B, azienda del gruppo CRIF, relativi al terzo trimestre 2011 rispetto alle abitudini di pagamento nel mercato dei beni di largo consumo. Dall'indagine, aggiornata al 30 settembre 2011, infatti, risulta che solo il 52,57% delle aziende appartenenti al settore “rivenditori di veicoli e stazioni di servizio” ha pagato le proprie fatture a scadenza, mentre il 42,86% delle attività di questo comparto ha saldato i propri conti con un ritardo compreso nei 30 giorni dalla scadenza. C'è poi il 2,59% di queste aziende che salda i propri conti con un ritardo compreso tra i 30 e i 60 giorni dalla scandenza, mentre l'1,07% aspetta addirittura tra i 60 e i 90, lo 0,47% tra i 90 e i 120 e lo 0,44% va oltre i quattro mesi dalla scadenza delle fatture.

La misura dei ritardi nei pagamenti è un buon indice dell'andamento di un settore ed essendo la vendita di autoveicoli non proprio rosea non stupisce la tendenza a non rispettare le scadenze delle reti. Secondo gli analisti di Cribis D&B, tuttavia, il comparto dei rivenditori di veicoli e delle stazioni di servizio si colloca meglio degli altri comparti misurati nel settore dei beni di largo consumo (quali commercio al dettaglio, arredamento, ristorazione eccetera), ma comparando i dati con quelli relativi al 2010 si scopre che il 63% delle concessionarie e stazioni di servizio hanno mantenuto invariate le proprie performance di pagamento, il 17,30% è migliorato, mentre 18,86% è peggiorato. Il dato tendenziale, quindi, è che le abitudini di pagamento siano rimaste più o meno invariate con una leggerissima tendenza al peggioramento.

Ma perché i comportamenti di pagamento sono importanti? Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B, spiega come “i comportamenti di pagamento sono uno dei più importanti segnali dello stato di salute e dell'affidabilità delle proprie controparti. Uniti alle informazioni commerciali tradizionali e ai dati interni, consentono di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni dei propri flussi di cassa. Del resto, la competitività delle imprese si è spostata dal conto economico allo stato patrimoniale e, in particolare, al "working capital", che rappresenta la capacità dell’azienda di autofinanziare i propri investimenti e la propria crescita. In questo contesto, spostare il focus dalla gestione del singolo cliente alla gestione del portafoglio, anche in termini di impatto sulla finanza aziendale, potrà consentire alle imprese di migliorare i processi interni e di prendere decisioni, anche sul singolo cliente, più consapevoli e quindi più efficaci”.

Approfondimenti

Il sito di CRIBIS D&B
 

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