News | 20 January 2015 | Autore: Francesco Giorgi

Il Governo “spinge” per lo sviluppo delle PMI attraverso nuove misure ad hoc
Molte aziende che compongono la filiera automotive fanno parte delle migliaia di PMI che costituiscono la base del sistema economico, produttivo e commerciale italiano: non solo realtà produttrici di parti e componenti dell’autoveicolo, ma soprattutto i professionisti dell’autoriparazione (ricambisti, officine) che da ormai troppi anni devono fare i conti con la crisi.
In un settore vitale come l’automotive, e in un comparto centrale come l’aftermarket, le aziende necessitano di manovre in grado di favorire la ripresa anche attraverso nuove misure fiscali. E’ proprio con l’attuazione di queste misure che il Governo, in queste settimane, dimostra (finalmente!) di accorgersi delle piccole e medie imprese. Entro fine gennaio, così ha comunicato recentemente il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sarà approntato l’”Investment Compact”, che secondo le intenzioni del Governo consisterà in un nuovo strumento concreto per soffiare sulle vele delle PMI il vento della ripresa.

Le questioni sul tavolo sono ormai note: creare valide alternative al credito bancario, in un momento in cui la porta di accesso alla liquidità, vitale per lo sviluppo imprenditoriale, è ancora stretta. Per questo, i Ministeri del Tesoro e dello Sviluppo Economico sono al lavoro insieme alla Presidenza del Consiglio; l’obiettivo è dare il “via” in tempi più brevi possibile a una serie di misure che vadano a favore delle PMI, spina dorsale dell’economia italiana, e spingere i risultati positivi già ottenuti con il pacchetto “Finanza per la crescita” adottato nel 2014.

Nei giorni scorsi, lo stesso ministro Padoan aveva anticipato sulle pagine del “Corriere della Sera” le misure che saranno contenute nel nuovo pacchetto denominato “Investment Compact: provvedimenti fiscali a favore delle piccole e medie imprese, con particolare riguardo per quelle innovative, anche attraverso un rifinanziamento del Fondo di garanzia; provvedimenti di finanza per la crescita, per consentire anche agli intermediari non bancari di aumentare le proprie possibilità di fornire direttamente credito alle imprese e, infine, azioni per l’attrazione degli investimenti e iniziative a sostegno delle attività culturali per favorire gli investimenti privati nel settore. E, per il 2015, fra le “voci” di primo piano resta l’innovazione, da attuare attraverso strumenti di finanziamento nuovi e alternativi come i minibond (l’anno scorso ne sono stati emessi 84, per un valore complessivo di circa 4,7 miliardi di euro) ma anche con la definizione di una “categoria” nuova, quella delle PMI innovative a cui destinareparticolari agevolazioni nell’accesso al credito tra cui, ad esempio, la possibilità di poter raccogliere fondi finanziari online grazie all’estensione delle normative sul crowdfunding. I risultati incoraggianti ottenuti con le agevolazioni fiscali a favore delle startup innovative (portato nel 2014 all’iscrizione di 97 nuove aziende al mese nel registro delle imprese, contro le 70 del 2013) sono un motivo in più per proseguire in questa direzione.

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Tags: Ministero dello Sviluppo Economico agevolazioni e contributi

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