Opinioni | 09 July 2021 | Autore: David Giardino

Nodi irrisolti o irrisolvibili?
L’attesa ripresa economica successiva a quella pandemica non sembrerebbe portare con sé soltanto un ritorno al volume di affari precedenti, ma anche una serie di conseguenze inaspettate con cui tutti i componenti della filiera della distribuzione dovranno confrontarsi nei prossimi mesi. Le brusche frenate e le forti accelerate della economia, in particolare sugli impianti produttivi, hanno conseguenze incontrollabili: manca la materia prima, mancano i prodotti semi lavorati, mancano i prodotti finiti.

La giostra impazzita della circolazione delle merci, delle navi e dei container, sta disorientando il mondo industriale, cancellando previsioni e cicli produttivi. Gli aumenti negoziati per luglio sembrano ormai superati dall’onda della domanda, e della mancanza cronica della merce. Non sono in molti a credere che stiamo attraversando un problema temporaneo destinato a riassorbirsi in autunno, ma una vera e propria guerra commerciale, che si è spostata dagli obsoleti dazi doganali a un controllo delle rotte e delle navi porta container.

Ci vorrà comunque del tempo per riequilibrare gli effetti della accelerazione della domanda dopo due anni di sospensione forzata dell’economia; oltre ai rincari e alla mancanza di alcuni componenti, soprattutto elettronici, la circolazione delle merci anche all’interno dell’Europa fra paesi con economie e costi molto diversi costringeranno alcuni grandi componentisti a rivedere l’approccio commerciale sino ad oggi tenuto.

Le importazioni dall’Est dell’Europa stanno erodendo marginalità e competitività della distribuzione locale, creando malumori che non si possono più sommare alla tesa situazione contingente.

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