Opinioni | 07 October 2022 | Autore: David Giardino

L'editoriale di David Giardino: "Non ci resta che piangere?"
Leggendo le opinioni delle persone ritenute più autorevoli sul tema del futuro della mobilità e della manutenzione e riparazione post-vendita automotive, mi è venuto in mente l’immenso film del 1984 interpretato da Massimo Troisi e Roberto Benigni “Non ci resta che piangere”. Ci sono ovviamente tanti episodi esilaranti, uno particolarmente adatto al momento, ma vi dirò solo in seguito quale.

Il Green Deal Europeo, che passa anche da una prospettata cessazione dei motori endotermici dal 2035, porta non poche preoccupazioni al nostro settore, fortemente collegato all’industria dell’automobile così come la conosciamo, basata su dei propulsori sempre più efficienti, ma sicuramente endotermici e recentemente anche ibridi.
Se le vetture a trazione elettrica sembrano al momento quelle pronte anche su strada a prendere il testimone da quelle endotermiche, ci sono ancora molti aspetti sia tecnologici sia infrastrutturali che ne minano fortemente una forte espansione nel breve e medio periodo; non ultimo il punto ancora da svelare su come si possano alimentare, dato il costo crescente della elettricità e della sua cronica mancanza.

Come produrre energia elettrica da fonti rinnovabili senza passare dal nucleare sufficiente per l’ipotetico fabbisogno di un circolante 100% elettrico è un altro degli enigmi che mi piacerebbe vedere svelato prima di qualsiasi obbligo a rinunciare alla attuale tecnologia endotermica.
Laddove la politica non voglia comunque rinunciare agli investimenti previsti per il raggiungimento nel 2050 di una neutralità carbonica europea, il nostro settore è destinato a lavorare per molto oltre il 2035 su un parco circolante sempre più anziano, quindi con necessità di maggiore manutenzione, per far rimanere efficienti i veicoli il più a lungo possibile, dato che la sostituzione di un’auto sarà sempre più onerosa a causa del costo dei veicoli di nuova generazione.

Da maggio 2021 a maggio 2022, sono state vendute in Italia 1.025.121 autovetture di cui solamente il 4,098% a trazione elettrica, il restante è per la maggior parte ibrido/benzina (34,883%), benzina (24.726%), e diesel (23,599%), (fonte Kromeda – Solera Comp.). Con questo ritmo di vendita di veicoli nuovi, anche se sono destinate a cambiare le percentuali della tipologia di trazione, stiamo parlando di un fenomeno ancora tutto da verificare e soprattutto ancora da consolidare.

La trazione elettrica è dal mio punto di vista una delle soluzioni al problema, sicuramente non l’unica e neppure la più efficiente.
A tutti coloro che parlano oggi di ciò che avverrà forse fra più di venti anni prevedendo la fine del nostro settore, risponderei così come ha fatto Troisi sollecitato da un predicatore che gli ricordava che sarebbe morto “Sì sì, mo’ me lo segno”.

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