Articoli | 04 November 2013 | Autore: David Giardino

La serietà negli anni premia Texa

Un incontro schietto e concreto con Bruno Vianello, presidente di Texa, che negli anni ha mantenuto grinta, passione e voglia di fare. 
Tre elementi condivisi da tutti gli “appartenenti” all’impresa, che ancora oggi stupisce per modello di sviluppo e innovazione proposti.

Pluripremiata negli anni per i suoi prodotti, per le tecnologie innovative e per la sua capacità di fare impresa, Texa ha uno sguardo sul mondo molto aperto e dinamico. Dall'incontro con il suo presidente, Bruno Vianello, nascono molti stimoli per una riflessione sul mondo del lavoro e su come affrontare le tante sfide del settore dell'autoriparazione. 
 
L’Italia, e più in generale l’economia internazionale, stanno attraversando una crisi che incide a volte fortemente sulla economia reale; in questo contesto economico, quali sono le prospettive per Texa?
Texa è una azienda che “abita” in Italia, in Europa e nel mondo. In generale la crisi coinvolge tutto il mondo per varie ragioni; in Italia, in particolare, questa crisi ci ha colti impreparati, soprattutto nella capacità istituzionale di anticipare e di proporre soluzioni, specialmente nel mondo del lavoro e della competitività internazionale. La stessa globalizzazione, che ha messo sul medesimo livello competitivo paesi radicalmente diversi per costi di produzione, energia, lavoro e sociali, mostra chiaramente i limiti. Il rischio è che le economie occidentali, che hanno sviluppato in anni di lotta sindacale maggiori garanzie per i lavoratori, vengano fortemente penalizzate a favore di quelle emergenti, caratterizzate da molte meno garanzie. La competizione sul prezzo con questi paesi ci vedrà sempre perdenti.
 
Questo accade anche per i prodotti Texa?
Lo scenario nel quale lavora e opera Texa è quello che ho descritto; i clienti delle officine sono gli automobilisti e, se questi ultimi hanno ridotto la propria capacità di acquisto, è inevitabile che diminuirà anche il lavoro in autofficina, comportando conseguenze per tutta la filiera coinvolta. Per Texa il fatturato 2013 è in crescita, ma questo non significa che per noi non esista la crisi e che non rimaniamo attenti alle dinamiche internazionali che ci coinvolgono. Siamo dell’idea che bisogna intervenire per riequilibrare le dinamiche degli scambi internazionali dai paesi che sono troppo differenti da quelli occidentali. Ciò nonostante anche il mercato Italia ci sta dando delle soddisfazioni; non perché sia in atto una ripresa economica, ma perché i nostri prodotti godono di un forte apprezzamento da parte delle autofficine e stiamo incrementando la nostra quota di mercato a discapito di altri. I nostri prodotti esprimono la nostra capacità di innovazione e di investimento; non tutti in questo periodo hanno la forza finanziaria per continuare a investire, in controtendenza con il mercato, e questo ne condiziona poi il successo nelle vendite.
 
Bastano prodotto e tecnologia all’avanguardia per vendere la diagnosi?
No, non bastano. Anche se i nostri sono prodotti d’eccellenza, in questa situazione economica bisogna anche saper interpretare correttamente l’offerta commerciale, che non è fatta solo di prezzo, ma anche di finanziamenti e di attività adatte alla minore capacità di investimento in contanti degli operatori. Texa ha lanciato l’operazione “tutto compreso”, molto apprezzata dal mercato, che permette una dilazione dell’investimento e consente all’operatore di essere coperto, per i tre anni della garanzia, dagli aggiornamenti e da un servizio di assistenza per qualsiasi problema. 
 
Se la competizione incalza da oltreconfine, perché Texa non ha delocalizzato la produzione?
Come imprenditore ho ben presente che produrre altrove potrebbe dare un vantaggio competitivo all’azienda. Ma, per come concepisco io l’azienda, che non è fatta di dipendenti, ma di “appartenenti”, dislocare sarebbe una sconfitta. Quello dell'appartenenza è un concetto profondo, che va oltre lo stipendio e oltre le singole convenienze e deve essere condiviso da tutti. Non si può chiedere alle persone di sentire propria una impresa e poi per convenienza trasferire la produzione. Le persone che hanno fatto diventare grande Texa appartengono al territorio dove si è sviluppata l’azienda, hanno lavorato anche di notte, se necessario, per costruire nuovi prodotti, hanno dato e sapranno dare di più se la situazione lo richiede. Questo tipo di attaccamento e di passione per il proprio lavoro non credo sia replicabile in nessun’altra parte del mondo.

Esiste un diagnostico perfetto, cioè davvero universale al 100%?
Nessun prodotto è completo al 100%. Per avvicinarsi a questa percentuale si dovrebbero comprare tutte le diagnosi dei singoli costruttori auto, ma questo renderebbe impossibile l’investimento. 
Per questo esiste il prodotto Texa, ma per ovvie ragioni siamo sempre all’inseguimento del costruttore, non potendo prevedere le caratteristiche di un nuovo modello prima che venga presentato sul mercato. 
La nostra forza è anche quella di lavorare direttamente con alcuni costruttori e in quei casi siamo ovviamente aggiornatissimi. Per le vetture di altri brand cerchiamo di aggiornare gli strumenti il più velocemente possibile, anche grazie alle numerose risorse dedicate. 
Abbiamo per esempio un ufficio di ricerca e sviluppo direttamente in Korea per le asiatiche e uno in Brasile per il mercato sudamericano, dove abbiamo attivato un’importante joint-venture con una nota azienda locale. In Nord America abbiamo una filiale e cerchiamo di acquisire informazioni anche da quel paese. Non è certo semplice operare in quel mercato, che si protegge (e, a mio modo di vedere, giustamente) dalla possibilità di far entrare concorrenti da Oltreoceano. 
D’altra parte, anche in Europa un atteggiamento meno disponibile alle importazioni eviterebbe la perdita continua di posti di lavoro e permetterebbe un maggiore benessere complessivo. Il diritto al lavoro deve essere un bene primario e inalienabile per tutti e va difeso a ogni costo.
 
Quale è stato l'impatto del web sui prodotti Texa?
I primi passi di Texa (nel 1992) corrispondono alle prime navigazioni via web; si può dire che siamo cresciuti assieme a questa nuova tecnologia. 
Sarà anche per questo che tutti i nostri prodotti sono stati concepiti per essere aggiornati online, trattandosi di una tecnologia di facile utilizzo e di basso costo, perfetta per aggiornare gli strumenti in tempo reale, anche giornalmente. 
Una autofficina non può assolutamente fare a meno di un collegamento internet e di lavorare attraverso la rete. Le informazioni, che arrivano da tutti i riparatori nel mondo e che vengono tradotte in tutte le lingue, vengono messe a disposizione attraverso un sistema di ricerca sviluppato con Google. Questa condivisione permette al riparatore di conoscere i principali guasti in cui un veicolo, anche di recente introduzione sul mercato, può incorrere e le relative soluzioni. I guasti sono spesso ricorrenti nei vari modelli e in base alla percorrenza, per cui sovente si arriva rapidamente alla soluzione. Si tratta di informazioni ed esperienze condivise e messe a disposizione in tempo reale. 
Un grande aiuto a tutti gli operatori del settore che hanno scelto Texa come partner della riparazione.

La Texa del futuro sarà la stessa che ne ha decretato il successo nel passato?
Texa cambierà, cambierà con lo stesso spirito con cui è nata: semplificare il lavoro dell’officina. Questo lavoro viene seguito sin dalla formazione. Texa, infatti, segue direttamente trentaquattro Accademie presso gli istituti tecnici e professionali, insegnando ai docenti le nuove tecnologie e come intervenire. Grazie a questa intensa collaborazione riusciamo ad aggiornare i riparatori del futuro, garantendo lavoro e professionalità altrimenti a rischio di estinzione. 
Il nostro obiettivo è dare ai riparatori prodotti innovativi che riescano a semplificare il più possibile il loro lavoro quotidiano della riparazione, utilizzando sempre le ultime tecnologie approcciando gli strumenti con lo stesso concetto che ha trasformato un telefono portatile in un computer. 
L’aggiunta all’Axone di numerose “app” permette il suo utilizzo in innumerevoli campi della riparazione, spaziando con una vasta gamma di soluzioni, ad oggi impensabili per un solo strumento. Anche in questo Texa ha saputo interpretare e anticipare il mercato.
 
Come è il rapporto fra Texa e i vari costruttori auto?
Noi lavoriamo molto con i costruttori auto, sia nel settore della diagnosi, sia per esempio nell’aria condizionata. Questo rapporto ci ha aiutato a crescere molto e a capire le esigenze tecniche del costruttore, che sono poi spesso anche quelle della riparazione. 
Collaboriamo anche con altri costruttori di attrezzature, con i quali ci confrontiamo liberamente, certamente non con tutti, ma con la maggior parte. I costruttori tedeschi sono quelli con cui lavoriamo meglio: il loro metodo di lavoro estremamente razionale e rigoroso in qualche modo esalta le nostre caratteristiche. Quando vengono in azienda, fanno i raggi “x” prima di aprire le porte alla collaborazione; questo per noi, anziché essere una difficoltà, diventa un vantaggio, perché costruendo direttamente tutti i componenti della nostra attrezzatura siamo anche in grado di capire eventuali difetti e porvi immediatamente rimedio, caratteristica impossibile da imitare da chiunque faccia diversamente. Personalmente, lavorare con i tedeschi, che sono persone serie, mi dà molta soddisfazione.
 
Una domanda di rito per chi è coinvolto nella riparazione dei veicoli: consiglierebbe il lavoro di riparatore a un giovane studente?
La passione deve essere il motore di tutto; riparare le autovetture non può essere solo una questione economica o di opportunità. Nel mondo d’oggi è diventato importantissimo saper fare le cose, saper riparare. 
L’economia stessa ci impone di abbandonare la logica della sostituzione per privilegiare, quando ha senso, la riparazione. 
La soddisfazione che si riceve quando si riesce a risolvere un guasto è impagabile. Il mondo ha bisogno di persone e aziende che sappiano fare cose concrete e reali. A un giovane direi che i sogni più belli sono quelli fatti ad occhi aperti. Il desiderio di realizzarli e di crederci sempre ti aiuta ad affrontare e superare ogni difficoltà.
 
Dopo quindici anni di successo, ritrovo Bruno Vianello così come l’ho conosciuto allora: diretto, schietto e con entusiasmo e grinta da vendere.
Quali fra queste caratteristiche si riconosce maggiormente?
È difficile giudicarsi. Apprezzo il fatto che riveda in me quella persona che ha conosciuto allora ed è probabilmente vero che la mia caratteristica principale è rimanere la stessa persona sempre, nonostante le difficoltà e il successo. Questo è un mestiere che mi piace, al quale dedico tanto tempo e per il quale ho molta passione da sempre. Mentre fisicamente si invecchia obbligatoriamente, la passione è un fuoco alimentato dentro se stessi, al quale solo tu puoi togliere l’alimentazione. 


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