News | 31 October 2014 | Autore: Redazione

In Italia le auto più vecchie d'Europa

9,5 anni: tanto sono vecchie in media le auto italiane. Il problema è economico, sociale ed ambientale e va affrontato con misure strutturali. A dichiararlo è il presidente dell'ACI.

Sulle nostre strade circolano troppe auto troppo vecchie e aumenta ancora l’età media del parco auto circolante più obsoleto d’Europa”. A dichiararlo è il presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, all'apertura dei lavori della 69a Conferenza del Traffico e della Circolazione, tenutasi a Roma lo scorso 28 ottobre. Un'appuntamento che ha riunito presso la sede dell’ACI i più importanti rappresentanti pubblici e privati della filiera dell’automobile per un confronto sul tema della rottamazione e del rinnovo del parco circolante.
I dati emersi durante l'incontro non sono incoraggianti. Lo stesso Angelo Sticchi Damiani ha sottolineato come sulle strade italiane ci siano ancora troppi veicoli vecchi, di oltre 10 anni di età, che rappresentano un pericolo costante sia per la salute pubblica, in quanto le emissioni nocive sono altissime, sia per quanto riguarda il rischio di riportare lesioni in caso di incidente, viste le minori dotazioni tecnologiche e di sicurezza delle auto più datate.
“In Italia aumenta ancora l’età media del parco auto circolante più obsoleto d’Europa: l’età media delle quattro ruote è ormai di 9,5 anni; il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di 10 anni è più che doppio rispetto a una vettura di nuova immatricolazione; un Euro1 a benzina del 1993 fa registrare emissioni di monossido di carbonio superiori del 172% rispetto a un Euro4; un diesel Euro1 rilascia 27 volte il quantitativo di polveri sottili di un moderno Euro5″, ha evidenziato Sticchi.

Le auto vecchie sono quindi un problema economico, sociale ed ambientale – continua Sticchi – che va affrontato subito con misure strutturali. ACI ha inviato oggi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un progetto con un insieme di misure in grado di razionalizzare il settore della Pubblica Amministrazione legato alla mobilità con grandi risparmi per le famiglie e lo Stato. Per far ripartire il mercato automobilistico servono incentivi per il ricambio dei veicoli, ma non episodici come in passato perché devono produrre effetti consolidati. Prima ancora di guardare al nuovo, sono fondamentali incentivi per sostituire i veicoli Euro0/1 con Euro4/5 più moderni, efficienti ed ecologici. Per rendere comunque più sicuro un parco circolante così obsoleto è opportuno prevedere l’obbligo di revisione annuale per i veicoli con più di 10 anni di età”.

Per l’occasione la Fondazione ACI “Filippo Caracciolo” ha presentato lo studio intitolato “Rottamazione e rinnovo del parco: una strada per lo sviluppo, la sicurezza e l’ambiente”, che misura come, dove e quanto vengono usate le auto nel nostro Paese. Il rapporto evidenzia che la scelta di acquistare un'auto nuova è sempre dettata più dalla passione che da regole di convenienza, ma in periodi di crisi come quello attuale le logiche emotive tendono ad arretrare rispetto a quelle finanziarie.
Il mancato ricambio del parco circolante sta generando squilibri strutturali del nostro sistema di mobilità – ha dichiarato Ennio Cascetta, presidente del Comitato scientifico della Fondazione ACI Filippo Caracciolo – che sono ancora più evidenti nello scenario internazionale: Roma, Milano e Napoli sono le prime tre città europee per numero di autovetture ogni 100 abitanti. Nella Capitale c’è il doppio dei veicoli di Stoccolma, Londra, Berlino e Madrid”.
Ma “quello dell’anzianità è un problema anche per i mezzi del trasporto pubblico – rincara Cascetta - che così non riesce a costituire un’alternativa alla mobilità privata. I nostri autobus sono i più vecchi d’Europa: l’età media è di 16 anni e gli Euro0 sono ancora il 22% del totale circolante”.

Anche il vice ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti è concorde sull’argomento: “Vanno sostenute le alimentazioni più promettenti per il mercato: se per l’auto elettrica è ancora presto, le auto ibride e quelle a metano sembrano oggi quelle più attraenti. Sul piano della sicurezza siamo d’accordo con ACI per revisioni più frequenti per i veicoli più vecchi. Non vanno ripetuti errori del passato come la politica di rottamazione che ha prodotto solo una fiammata del mercato. Anche i più recenti incentivi per veicoli a basse emissioni hanno in realtà riguardato solo 11.000 auto, senza incidere sul parco. La Consulta dell’Automotive al Ministero dello Sviluppo Economico, cui ACI partecipa, sta lavorando con questa filosofia”.

Secondo il presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Daniele Capezzone, si può sfruttare la leva fiscale per far ripartire subito il mercato dell’auto: “In Commissione c’è forte condivisione sulla proposta di azzerare il bollo auto per 3 anni sulle auto di nuova immatricolazione, con benefici estendibili fino a 5 anni per i veicoli più green, ma nel primo passaggio alla Camera è stata scelta la via delle sabbie mobili. Tra 20 giorni si torna in Parlamento: la copertura del provvedimento è ampia e a parole sono tutti favorevoli. Vigileremo affinché il pacchetto non venga affossato”.

Pronta la risposta di Gian Franco Soranna, direttore di Federauto, che reclama più attenzione all’auto dal mondo delle istituzioni: “In questi momenti è evidente il bisogno di coperture per ogni intervento politico, ma come è possibile che nella Legge di Stabilità non ci siano risorse e provvedimenti per dare respiro al nostro settore?”. Tanto più che “l’automotive garantisce all’Erario oltre 70 miliardi di euro, pari al 16,5% delle entrate fiscali complessive del Paese – come sottolinea Gianmarco Giorda, direttore generale di ANFIAe una parte di questi soldi possono essere reinvestiti per sostenere la domanda degli automobilisti. Gli incentivi però devono rivolgersi al nuovo prima che all’usato”.

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Tags: ACI ANFIA circolante

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