Articoli | 06 May 2021 | Autore: Tommaso Caravani

Asso Ricambi: pronti ad agganciare la ripresa

La parola ad Andrea Camurati, nuovo presidente del Consorzio Assoricambi: scopriamo i programmi per il prossimo biennio.


Lo scorso 25 febbraio è stato rinnovato il consiglio direttivo del Consorzio Assoricambi. Un evento che avviene ogni due anni e vede alternarsi nell’organo decisionale del Consorzio gli associati che ottengono il maggior numero di preferenze. 

Il meccanismo di governo del Consorzio, infatti, prevede che ogni biennio siano eletti i consiglieri e questi ultimi eleggano a loro volta il presidente. Nonostante il gruppo sia coeso e far parte del direttivo sia un impegno che si aggiunge all’ordinaria gestione della propria azienda, quest'anno i candidati a ruolo di consigliere erano 16, oltre il doppio dei posti disponibili, segno di una importante vitalità nella gestione del gruppo d’acquisto.
Alla fine della votazione, che per la prima volta si è tenuta online tra tutti gli associati, il risultato è stato che ben cinque consiglieri sono stati confermati, mentre due sono stati i nuovi ingressi.


Il nuovo consiglio direttivo ha eletto all’unanimità come presidente del Consorzio Andrea Camurati, che di mandati da consigliere ne ha già fatti sette, essendo stato eletto la prima volta nel 2007 e da allora sempre confermato.

Cosa significa essere il presidente di Asso Ricambi?
Ricoprire il ruolo di presidente del più importante gruppo di ricambisti d’Italia, sia per numero di associati che di fatturato sviluppato, è una bella gratificazione, ma anche una grande responsabilità.

Sicuramente un impegno maggiore nel Consorzio, perché a differenza dei singoli consiglieri, al presidente spettano più mansioni ed una parte di rappresentatività importante. Tuttavia, è inutile negare che nel mio caso si tratta anche di un punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2007 con la mia elezione a consigliere. Avendo passato molto tempo nel consiglio direttivo posso affermare di conoscere ormai piuttosto bene le dinamiche di questo Gruppo, anche se la mia elezione arriva in uno dei momenti più difficili da gestire, per le ovvie ragioni che sono sotto gli occhi di tutti.

La pandemia, infatti, ha inciso sia su alcune dinamiche di gruppo, sia sulle singole attività aziendali; dalla mia ho la fortuna di aver organizzato il lavoro, nel tempo, in maniera piuttosto strutturata nella mia azienda, quindi oggi posso ritagliarmi più spazi rispetto al passato per gli impegni organizzativi e istituzionali del Gruppo.
Voglio aggiungere che come consiglio direttivo riceviamo un ottimo supporto da tutti i collaboratori del Consorzio, coordinati perfettamente dal direttore generale Giampiero Pizza.
  
La sua elezione arriva dopo la presidenza di Adele De Paulis, che ha portato avanti con decisione dei progetti di maggiore partecipazione al Consorzio da parte degli associati, quale sarà la sua linea?
Con Adele c’è un’ottima collaborazione e il lavoro svolto negli ultimi anni è stato eccellente. È inoltre evidente che il presidente, per avere un mandato forte, deve avere l’appoggio di tutti i consiglieri e che tutte le scelte sono ampiamente condivise internamente. 

Dal mio punto di vista, ma anche di quello del consiglio, dovremo focalizzarci principalmente su due concetti: coesione e condivisione. Siamo uno gruppo di aziende eterogenee tra loro per dimensioni e organizzazione ma dovremo essere coesi per acquisire quelle competenze che ci permetteranno di rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione. Infine se riusciremo a condividere tra i consorziati esperienze, soluzioni e informazioni avremo sicuramente un vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori.
 
Detto questo, oggi bisognerà porre un’attenzione maggiore sia al cambiamento che è in atto nel mondo della distribuzione, accelerato anche dalla pandemia, sia al cambiamento tecnologico che impatta in primo luogo sui nostri clienti, le officine. Una rivoluzione che non esclude anche tutta la filiera distributiva, che deve farsi trovare pronta ad accettare la sfida del cambiamento.

Come pensate di supportare questi cambiamenti?
Proseguendo nelle attività che abbiamo implementato negli ultimi anni e adattandole alle esigenze che il mercato richiederà. 
Per fare un esempio, uno dei nostri ultimi programmi è REVO, un percorso formativo per rendere i nostri associati "Ricambisti EVOluti", migliorandone le capacità imprenditoriali e gestionali.
 
Nell’ultimo anno ci siamo resi conto che la formazione doveva essere incrementata e seguire nuove modalità, sempre più orientate al digitale, e per questo abbiamo implementato un nuovo percorso, che si chiama Asso Training, per venire incontro a questa necessità. 
Il punto di partenza è che tutte le nostre iniziative devono essere utili per i soci o per i nostri partner e portare loro valore aggiunto. Noi abbiamo una struttura decisionale che permette una grande condivisione, in modo che quando proponiamo un nuovo progetto tutti siano convinti della sua necessità.

Così sono nati tutti i nostri programmi: dal nostro marchio privato DriveAp, alla rete di officine Asso Service (che oggi conta oltre 1.200 strutture affiliate), senza dimenticare i nostri programmi per crescere anche nel mondo digitale, con il catalogo ANYCat e-Pro, che hanno permesso ad Asso Ricambi di primeggiare anche dal punto di vista informatico.

Eppure la filiera della distribuzione si sta modificando, quale sarà il ruolo dei vari attori, compresi i consorzi nel futuro?
La trasformazione è ormai sotto gli occhi di tutti, ci sono operatori stranieri che hanno deciso di investire nel nostro mercato, gruppi che iniziano a creare strutture e piattaforme di distribuzione, distributori che acquistano ricambisti e chi più ne ha più ne metta.
 
Sicuramente, almeno per ora, tra i nostri progetti non rientra la logistica. Abbiamo però attivato una modalità di collaborazione innovativa, denominata Dropshipping che implementa il concetto di “logistica virtuale”.
Inoltre, credo personalmente che il sistema distributivo in Italia sia ancora fortemente caratterizzato da due livelli; la conoscenza ed il presidio del territorio del ricambista sono difficili da replicare per un distributore.

Voglio ricordare che oggi un ricambista non deve avere solo il ricambio disponibile a magazzino e consegnarlo nel più breve tempo possibile, ma deve essere un consulente per l’autoriparatore proponendogli oltre ai prodotti anche una serie di servizi e programmi.
Nei prossimi anni sarà probabilmente difficile che aziende di piccole dimensioni riescano ad affrontare gli investimenti necessari per affrontare le sfide future e quindi ci saranno due possibilità: o cresceranno, oppure entreranno in gruppi d’acquisto per avere un migliore potere d’acquisto e per poter sviluppare progetti a medio/lungo periodo. 

Per questo motivo credo che il Consorzio avrà un ruolo sempre più importante e dovrà favorire sinergie efficaci nella filiera. In questo senso il nostro Gruppo punta da sempre alla qualità delle partnership, più che alla quantità. 

Oggi il mondo della distribuzione guarda con attenzione al ricambio originale, tanto che molti tra gli attori più importanti lo propongono, cosa cambia per il ricambista?
Su questo argomento posso dire tranquillamente che il nostro Gruppo ha sempre precorso i tempi, ed infatti nel pannello dei nostri fornitori sono presenti fornitori di prodotti originali. Il fatto che oggi anche dei distributori dispongano del ricambio originale lo trovo utile per chi svolge questo lavoro e sicuramente aumenterà la concorrenza. 

La maggior parte dei nostri associati tratta questi prodotti già da tempo perché vogliono soddisfare tutte le richieste degli autoriparatori e molti prodotti semplicemente non esistono in aftermarket. E ovviamente non parliamo solo di carrozzeria, ma anche di un fenomeno che riguarda sempre più anche i componenti meccanici.
 
L’altra sfida che saremo chiamati ad affrontare, che è intrinsecamente legata al tema dei ricambi originali, è l’evoluzione tecnologica delle auto. È un dato di fatto che le case auto e i governi puntino sempre più sulla tecnologia ibrida ed elettrica e questo porterà nel tempo a una riduzione dei ricambi che potremo proporre. Anche se probabilmente non sarà una rivoluzione ma un passaggio graduale, bisogna iniziare a pensare oggi come cambierà il nostro mestiere domani. I ricambi che perderemo andranno compensati con nuovi prodotti e servizi, come l’attrezzatura, l’assistenza tecnica e la formazione, per fare in modo che i nostri clienti rimangano competitivi sul mercato e abbiano la possibilità di operare anche con le nuove tecnologie. Questa convinzione ha portato alle scelte che abbiamo compiuto negli ultimi anni ed è il nostro faro guida per il futuro.

Un tema moto dibattuto nel nostro settore riguarda la collaborazione con le flotte (di noleggio e non), qual è la sua posizione e quella del Consorzio?
Come Consorzio abbiamo già in essere un accordo con Arval con risultati in crescita sia dal punto di vista delle forniture, sia per quel che riguarda le adesioni al nostro network di officine. Personalmente penso che lavorare con le flotte sia una necessità per vari motivi, tra cui l’acquisizione e il contatto con automobilisti che altrimenti andrebbero altrove, ma anche perché le flotte hanno un parco circolante nuovo e questo permette di intervenire su vetture che altrimenti si rivolgerebbero alla rete indipendente dopo almeno i primi tre anni di vita.

Poter lavorare oggi su un’auto nuova vuol dire per l’autoriparatore anticipare le problematiche che si incontreranno nella riparazione, per il ricambista effettuare delle valutazioni degli stock dei ricambi. 
Detto questo, è evidente che per lavorare con questi attori serva molta organizzazione, perché se non si è più che efficienti il rischio è di lavorare con margini ridotti.

Una delle attività necessarie per evitare questo scenario è proprio il controllo della rete. Asso Service è ormai un network con una numerica importante, ma come verificate che le strutture siano all’altezza della sfida?
Come Asso Service, a prescindere da tutto, chiediamo degli standard qualitativi per poter entrare nella rete, standard che ci hanno permesso di partire da una base ottima per le nostre strutture. Quello che abbiamo deciso di fare per venire incontro a questa esigenza, che comunque è reale, è stato di impegnarci ancor di più sulla formazione e sulla digitalizzazione delle nostre officine.
  
Oggi, infatti, alla classica formazione tecnica abbiamo affiancato un percorso, anche per le officine, di gestione manageriale. L’idea è quella di fornire uno strumento pratico, che va dall’accettazione corretta di un veicolo alla preventivazione, dalla check list per le garanzie fino agli aspetti di gestione della contabilità, così da permettere alla nostra rete di essere non solo un gruppo di autoriparatori, ma di grandi imprenditori.

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Tags: Asso Ricambi asso service

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