Articoli | 08 March 2016 | Autore: Tommaso Caravani

Turborail: un'azienda che punta in alto

Due nuove filiali all'estero ogni anno, garanzia sui propri prodotti che copre anche gli errori di montaggio e un'azienda con un'età media di meno di 30 anni. Tutti con un unico chiodo fisso nella mente: il turbo.

 

“Uno dei più vecchi in azienda sono io e ho 34 anni!”: esordisce così nella nostra chiacchierata Matteo Ferrari, patron di Turborail, azienda di Novara che in meno di quattro anni dalla sua fondazione è riuscita a ritagliarsi un ruolo nel mondo del turbo. Il segreto? Posizionarsi a metà strada tra il ricambio originale e la bassa qualità presente sul mercato, investendo in un marchio che fosse riconoscibile dai professionisti, ma che trasmettesse, soprattutto, garanzia al cliente: di qualità, ma anche di professionalità in tutto l'iter, dalla distribuzione all'installazione. Insomma, un marchio rintracciabile in caso di problemi. Abbiamo incontrato Matteo Ferrari per capire chi è, come opera e quali sono le prospettive di Turborail.
 
Come nasce e perché Turborail?
Siamo nati nel 2012 e ci siamo da subito concentrati solo sul prodotto turbo. Il motivo è assai semplice, dopo anni di fornitura di componenti solo agli specialisti delle revisioni ci siamo accorti che c'era un gap tra la domanda e l'offerta, in sostanza c'era più richiesta di quanto il mercato potesse offrire, specialmente verso il comparto della rettifica.
La nostra strategia iniziale è stata proprio quella di puntare sul settore della rigenerazione, ricreando un mercato con servizi e un prodotto con un buon rapporto qualità prezzo. In questo settore, in questo modo, abbiamo intercettato le esigenze sia di chi ormai stava uscendo dal mercato, a causa della crescente complessità delle turbine a geometria variabile, sia di chi voleva per la prima volta affacciarsi a questo comparto.
 
Ha parlato di servizi, cosa offrite ai vostri clienti?
Prima di tutto bisogna fare un distinguo sui nostri clienti, perché noi serviamo due tipologie di Target distinti. Da una parte gli specialisti, cui forniamo core assy e componenti in tutto il mondo, dall'altra la distribuzione tradizionale, con i core assy e i turbo completi. In ogni caso, oltre a una logistica molto efficiente, che ci permette di accettare ordini fino alle 18 con consegna il giorno successivo, diamo tutte le informazioni sui dati di regolazione e organizziamo corsi di formazione gratuiti specifici per il tipo di cliente. Infine, offriamo anche le attrezzature a un prezzo interessante, per poter soddisfare tutte le necessità di chi vuole operare in questo settore.
 
Eppure, proprio la crescente complessità dei turbo e in generale la crisi hanno impattato pesantemente sul mondo dei rettificatori, quale futuro vedete?
Come in tutti i mercati esistono riparatori di classe A, B fino alla Z. C'è bisogno di conoscenza e quindi di tanta formazione. Per quanto riguarda i turbo, compresi quelli a geometria variabile, noi abbiamo puntato da subito sul core assy ad esempio, perché è proprio il componente più complesso da rimettere a nuovo, così al riparatore rimane solo l'onere, tutt'altro che banale, di fare una buona regolazione.
Per quanto riguarda il settore delle rettifiche, poi, è vero che le rettifiche hanno sofferto, ma oggi hanno tante opportunità: se da una parte i componenti motori sono praticamente crollati, stanno crescendo nuove linee, come i turbo, appunto, ma penso anche a iniezione e cambi. Il settore deve evolvere e in questo le aziende produttrici come noi devono fare la loro parte per supportare il mercato.
 
A proposito di mercato, dagli specialisti nella riparazione siete passati alla distribuzione (almeno in Italia), perché?
Anche in questo caso abbiamo intercettato una necessità. Il mercato del turbo ha sempre offerto due tipologie di prodotto finito: da una parte i prodotti OE, inscatolati da casa madre o dal produttore, dall'altra c'erano solo alternative a basso costo, senza un brand di riferimento. Noi abbiamo puntato su una terza via, un prodotto di buona qualità con un marchio di riferimento che desse garanzie al mercato.
E il mercato ci ha dato ragione, tanto che, per quel che riguarda i turbo completi, siamo passati dalle 25 referenze dello scorso anno alle oltre 50 di quest'anno; inoltre, proprio per supportare la filiera, offriamo una garanzia “scacciapensieri”, che copre per un anno oltre al prodotto anche gli eventuali errori di montaggio.
 
E per il futuro?
Come azienda produttrice la nostra vocazione è espanderci in tutti i mercati. Per questo stiamo procedendo a ritmo forzato sull'internazionalizzazione dell'azienda, con una media di due aperture di filiali estere all'anno (quest'anno in Slovacchia e in un altro paese dell'Est Europa n.d.r.). Anche in questo caso si è trattato di una scelta difficile, ma crediamo che aprire una filiale in un paese sia una scelta strategica: un partner distributivo deve seguire tante linee, noi saremo lì proprio per supportare il nostro prodotto e dare servizio, perché il turbo è un prodotto tecnico.
Infine, ma qui entriamo nel mondo delle ambizioni, il nostro traguardo è quello di diventare un fornitore OE.
 
Un'espansione internazionale a colpi di filiali
“L'obiettivo di turborail è il mondo”: non ha peli sulla lingua Matteo Ferrari. Ma un “conto sono le parole, un altro i fatti” conclude il patron di Turborail e allora veniamo ai fatti. Ecco le aperture all'estero di Turborail negli ultimi quattro anni:
  • 2013 Francia (Parigi)
  • 2014 Ungheria (Budapest)
  • 2015 Polonia (Danzica)
  • 2016 Grecia (Salonicco)
  • 2016 nuova filiale in Romania
  • 2017 in programma due nuove aperture

Photogallery

Tags: turbocompressore turborail

Leggi anche