News | 09 June 2020 | Autore: Tommaso Caravani

​Lo strano caso delle auto elettriche e del Coronavirus

Cosa c’entra il Covid-19 con le vendite di auto elettriche? Apparentemente nulla, eppure in Gran Bretagna ad aprile e maggio l’auto più venduta è stata la Tesla 3 e in tutta Europa sono cresciute esponenzialmente le percentuali di vendita di ibridi ed elettrici puri, vediamo perché.
 

Tra i paesi più colpiti dalla pandemia, oltre all’Italia, c’è sicuramente il Regno Unito. Anche sulla sponda Nord della Manica il mercato dell’auto ha subito un tracollo nei mesi del lockdown, arrivando al picco di 20.000 auto vendute nel mese di maggio 2020, con un calo di oltre l’89% rispetto allo scorso anno.

Ma se in numeri, in generale, sono in linea con quelli che uno si aspetta, stupisce che la vettura più venduta nei mesi di aprile e maggio non sia l’inossidabile Ford Fiesta (da lungo tempo in testa alle vendite anglosassoni), ma una Tesla Model 3, che con 852 auto rappresenta oltre il 4% del totale delle auto vendute. Se poi si guarda a tutte le auto elettriche con le ibride (quindi tutte le varie BEV, PHEV, HEV, MHEV) si arriva ben al 28% delle vendite in UK.
Ma se la Gran Bretagna è un caso eclatante anche nel resto d'Europa il lockdown ha portato le percentuali di auto elettriche e ibride a crescere rispetto alle alimentazioni tradizionali.
Secondo l’ACEA (European Automobile Manufacturers Association), infatti, le vendite del primo trimestre 2020 in Europa, hanno portato la vendita di auto elettriche al 6,8% del totale, in confronto al 2,5% toccato nel primo trimestre 2019. Segno che un legame tra i due fenomeni deve esserci.

Nel caso di Tesla è semplice trovare le motivazioni di tale successo. Il produttore Americano di auto elettriche, infatti, da sempre privilegia una vendita di auto “smart” che ben si è sposata con il distanziamento fisico: l’ordine dell’auto si fa online e il mezzo viene consegnato a domicilio. Senza contare poi le prenotazioni dei mesi scorsi che sono state concluse solo con il periodo di lockdown.
Lo stesso principio, d’altronde, vale anche per gli altri automaker nel resto d'Europa. Le nuove auto elettriche, e in generale le ibride più innovative, hanno subito meno il fenomeno di chiusura dei concessionari proprio perché su questi modelli si sperimentano nuove soluzioni di vendita e l’offerta è ancora limitata.
 
Infine, bisogna considerare anche che i numeri presentati non rappresentano una impennata nelle vendite delle auto ibride ed elettriche, semmai certificano il crollo delle vetture a combustione interna, ma questo è dovuto principalmente alla modalità di vendita, che è rimasta bloccata nei mesi scorsi. Sicuramente l’ibrido e l’elettrico continueranno a crescere, ma con le percentuali a cui eravamo abituati prima della pandemia.

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