News | 10 July 2015 | Autore: Tommaso Caravani

​DDL concorrenza, perché la riforma del mercato assicurativo interessa tutto l’aftermarket

È in discussione in questi giorni al governo e proprio oggi ha preso una sonora stroncatura in commissione finanze: ecco perché il disegno di legge sulla concorrenza dovrebbe interessare tutto l’aftermarket

La questione del disegno di legge sulla concorrenza è una faccenda spinosa che attualmente interessa principalmente i carrozzieri, ma che avrà conseguenze, qualora passasse così com’è su tutto l’aftermarket

Di cosa stiamo parlando?

Di un disegno di legge che vorrebbe andare a regolamentare i rapporti tra le carrozzerie e le compagnie nel risarcimento del danno da incidente stradale.  

Attualmente il sistema del risarcimento funziona grosso modo così: l’automobilista che ha ragione in un sinistro ha tre modi di farsi risarcire il danno subito, può chiedere al suo assicuratore qual è la carrozzeria convenzionata con loro e portare lì la sua auto, senza dover sborsare un quattrino e avere l’auto riparata, oppure può portarla da un suo carrozziere di fiducia, farla riparare anticipando i soldi e presentare la fattura alla compagnia (che probabilmente la contesterà e pagherà di meno), oppure può firmare con il proprio carrozziere una “cessione del credito” e farsi riparare l’auto da lui, che si occuperà di farsi pagare dall’assicurazione.

Ovviamente la terza via è la migliore per  l’automobilista, perché può scegliersi il suo autoriparatore e avere la garanzia che il lavoro sarà effettuato a regola d’arte. Il carrozziere, infatti, punterà a rendere soddisfatto il cliente sia come lavoro sia come servizio reso.

Come cessionario del credito, inoltre, il carrozziere ha tutte le armi per dimostrare alla compagnia assicuratrice i lavori effettuati e sarà suo interesse farsi pagare il giusto.

Anche la prima opzione, andare dal carrozziere della compagnia, potrebbe sembrare un’opzione valida a chi non conosce il settore. In realtà non sempre lo è: le compagnie di assicurazione convenzionano le carrozzerie con prezzi di manodopera molto bassi in cambio di quella che viene venduta come un’alta canalizzazione di vetture, cosa che puntualmente non avviene. Quindi, nonostante il carrozziere sia di fatto l’unico responsabile della riparazione, non è detto che, per rientrare dei costi di funzionamento della sua attività possa garantire un lavoro ben fatto.

Il disegno di legge concorrenza contiene , così com’è al momento in esame alla Camera, alcune norme che vietano la cessione del credito in ambito rc-auto, il che porterebbe gli automobilisti a scegliere per forza l’opzione del carrozziere della compagnia.

Perché dovrebbe interessare l’aftermarket

La prima naturale osservazione che potrebbe fare ogni meccanico, ricambista o produttore di ricambi è: ok è un problema che interessa solo i carrozzieri, che c’entro io? Per rispondere a questa domanda bisogna cercare di analizzare cosa accadrebbe nella filiera della riparazione se il governo adottasse questa politica.

In primo luogo in caso di tamponamento, difficilmente i danni dell’auto riguardano solo i componenti di carrozzeria. Molto spesso sono coinvolte anche parecchie parti meccaniche e quasi sempre le carrozzerie hanno accordi con meccanici per questo tipo di interventi: dall’azzeramento spie al ripristino di componenti più complesse (l’impianto di raffreddamento, l’impianto aria condizionata, nonché a volte addirittura il giro cinghia possono essere compromessi  in caso di urto violento). 

La convenzione forzata di tutti i carrozzieri porterebbe sicuramente a un impoverimento di tutta questa filiera, senza contare che la tendenza è che sia la compagnia stessa a fornire i ricambi in caso di risarcimento ai propri convenzionati, per cui ad essere coinvolti sarebbero anche i produttori e/o distributori, che dovrebbero realizzare accordi quadro difficilmente ben remunerati, mentre il rischio è che per il ricambista non resti nulla.

Non solo, le compagnie tendono quasi sempre a selezionare i ricambi marchiati dal costruttore anche qualora esistessero ricambi “originali” del componenti sta OE.

Questo per due motivi: il primo è che in un risarcimento l’auto deve essere riconsegnata nelle esatte condizioni precedenti  all’evento dannoso, quindi il ricambio deve essere originale (a meno di danno antieconomico dove la compagnia può decidere di utilizzare ricambi equivalenti all'originale), dall’altra perché è più semplice avere rapporti con diretti con le case madri piuttosto che con i singoli produttori, distributori o ricambisti.

A che punto siamo?

Insomma, il disegno di legge concorrenza contiene delle storture che impatterebbero direttamente su tutto l’aftermarket limitando proprio quella concorrenza che mantiene nel titolo e andando a creare una concentrazione economica importante nelle mani delle assicurazioni.

Il testo è tanto poco “concorrenziale” che è stato stato stroncato anche dalla commissione giustizia (incaricata di audire tutte le parti interessate)

–-leggi il testo della relazione della commisione giustizia---

Ma perché il governo ha proposto questo testo? Perché in Italia le compagnie sostengono che le truffe e i costi dei risarcimenti siano troppo elevati (dato smentito dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura) rispetto ai premi incassati, ma dimenticano di dire che, nel solo comparto RC-Auto, gli utili delle assicurazioni sono stati, nel 2014, di ben 2,8 miliardi di euro.

 

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Tags: Antitrust legge di stabilità leggi e decreti ddl concorrenza

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