Articoli | 03 July 2020 | Autore: Alessandro Margiacchi

​NEXUS Automotive: accettare la sfida dell’aftermarket

Quattro chiacchiere con Gael Escribe, CEO di NEXUS Automotive International, e Roberto Olivero, presidente di NEXUS Automotive Italia, sulla situazione odierna del mercato, sul ruolo delle case auto e sulle opportunità di business per il mercato aftermarket.
 

Perché l’Italia è, per certi versi, un mercato atipico rispetto al resto d’Europa? Le case auto fiutano grandi opportunità di business verso l’IAM, quali saranno le ripercussioni per il nostro settore?

A rispondere a queste e ad altre domande sono Gael Escribe, CEO di NEXUS Automotive International, e Roberto Olivero, presidente di NEXUS Automotive Italia, che in questa intervista congiunta ci raccontano le strategie di questo importante gruppo d’acquisto internazionale e soprattutto gli obiettivi di NEXUS nel nostro paese.
 
NEXUS è un gruppo di acquisto internazionale che è attivo in molti paesi sia direttamente sia attraverso soci locali. Dato il vostro punto di vista così privilegiato, come vede oggi la situazione europea nel mondo della distribuzione ricambi?
Gael Escribe: Siamo particolarmente preoccupati per le azioni dei produttori automobilistici Nordamericani che hanno adottato misure drastiche, come riduzioni del salario del 25%. Le loro azioni potrebbero influire sulla ripresa in Europa, incidendo sui fornitori di apparecchiature, che servono il mercato americano, determinando un numero enorme di licenziamenti.
Osservando le cifre attuali, le azioni dei produttori globali e vari studi e relazioni, riteniamo che nel corso dell'anno il mercato sarà influenzato da una perdita tra il 10 e il 15% in tutto il mondo. Ciò genererà tensioni tra i produttori OE e aftermarket. Possiamo aspettarci di vedere l'industria automobilistica particolarmente disturbata dalla crisi, molto più che l’aftermarket.

 
Il 2019 si è concluso con la notizia dell’ingresso in Nexus Italia di due noti player del settore: Pascoli per il truck e Cramer. Quali sono le vostre aspettative?
Roberto Olivero: A partire dalla fine dello scorso anno, NEXUS Automotive Italia, ha iniziato un percorso per rinnovare la propria strategia. Con l’ingresso di Pascoli e Cramer, abbiamo voluto ampliare il portfolio di distribuzione nel territorio italiano, includendo il settore truck. Inoltre, da gennaio, è stata definita una nuova organizzazione, più unita e coesa.
L’obiettivo è quello di rafforzare la collaborazione tra le singole realtà del gruppo, incrementare la produttività e affiancare il lancio di nuovi progetti come la creazione di una rete di officine già presente in Europa con NEXUSAUTO e NEXUSTRUCK.

 
Operate in ben 138 paesi in tutto il mondo, come vede il mercato italiano rispetto agli altri?
Gael Escribe: Il mercato italiano sta affrontando, in ritardo rispetto ad altri paesi, un periodo di forte trasformazione. Questo ritardo è dovuto a varie motivazioni: l’anzianità del suo parco circolante, una catena distributiva verticale dovuta alla particolare conformazione del territorio e alla necessità di creare piattaforme logistiche locali, la numerosa presenza di piccole/medie strutture sia nel settore distributivo sia riparativo, una scarsa propensione storica degli operatori al consociativismo.
Questa situazione si sta ora rapidamente modificando attraverso nuove collaborazioni, partnership, fusioni, acquisizioni, unioni di forze con l’obiettivo comune di far fronte ai nuovi scenari di mercato.

 
Nonostante l’arrivo nel nostro paese di tanti big player internazionali, la filiera italiana è rimasta a tre step a differenza di altri paesi. Crede che rimarrà così ancora per molto tempo o prevede dei cambiamenti nel medio/lungo periodo?
Roberto Olivero: La presenza dei tre step ha garantito il miglior servizio nei confronti dell’automobilista. Il distributore garantisce la disponibilità del ricambio attraverso il suo collegamento diretto al componentista, il ricambista offre la sua presenza logistica per il miglior servizio a livello locale. Non penso che questi ruoli verranno meno in futuro, penso piuttosto a una maggior integrazione tra distributori e ricambisti, con l’obiettivo di presentarsi all’autoriparatore come fornitore di servizi, con particolare attenzione alla formazione, in vista delle nuove tecnologie.

 
Le case auto fiutano grandi opportunità di business nel mondo aftermarket, per esempio Renault che ha da poco creato una business unit ad hoc per l’IAM o PSA. Che ripercussioni ci saranno secondo lei nell’aftermarket?
Gael Escribe: È fuori di dubbio che le case auto hanno tutte le carte in regola per cercare di sfruttare al meglio le potenzialità del mondo aftermarket e questo processo in futuro potrebbe essere favorito dalle nuove tecnologie.
Ritengo però che la distribuzione indipendente abbia tutte le armi per competere al meglio. Lo confermano gli stessi argomenti che abbiamo menzionato in precedenza: una presenza storica sul territorio, una forte conoscenza del cliente, un livello di servizio insuperabile, una gamma di ricambi di qualità per tutte le auto del parco circolante. Gli operatori del mercato indipendente dovranno però investire in competenze per mettere in condizione l’autoriparatore indipendente di intervenire sulle “nuove” vetture e su questo argomento fare il possibile per ridurre il gap nei confronti delle case auto.

         
Il Covid-19 ha avuto un grosso impatto in particolare sulle vendite delle auto nuove, creando di fatto un invecchiamento del circolante. Quali opportunità può offrire uno scenario come questo per il nostro mercato?
Gael Escribe: Bisogna dire che allo stesso modo, il Covid-19 ha creato un ventaglio di opportunità, che elencherei in più punti:
  • un maggior focus in e-commerce e acquisti online di parti per auto;
  • uno shift dal trasporto pubblico a quello privato (soprattutto in Asia);
  • Il governo stimolerà il potere di spesa dei guidatori, con un conseguente aumento alle ispezioni tecniche, servizio e riparazione.
Inoltre, alcuni dei trend più importanti nell’aftermarket molto probabilmente avranno modo di crescere come conseguenza della crisi.
Mi riferisco in particolare al fatto che ci saranno investimenti maggiori nelle infrastrutture; allo stesso tempo i veicoli di “nuova generazione” emergeranno più velocemente. Infine, ci sarà un consolidamento del mercato più rapido e la sostenibilità sarà un tema sempre più pressante, mentre il noleggio e altri servizi legati alla mobilità diventeranno sempre più importanti, e nuovi players, in particolar modo digitali, avranno la possibilità di entrare e dominare il mercato.

 
Le nuove tecnologie hanno un forte impatto nel settore automotive e richiedono più competenze agli autoriparatori. Prevede cambiamenti radicali nel business della riparazione?
Gael Escribe: La tecnologia e i trend digitali cambieranno sicuramente l’aspetto delle officine attuali. Ma non solo, a questo trend va aggiunto sicuramente l’aumento dell’utilizzo di auto elettriche e anche la necessità di creare un ambiente di lavoro sempre più sostenibile.
Molte officine si stanno già attrezzando per offrire servizi di diversa natura e in linea con le necessità attuali. Ci saranno sicuramente cambiamenti nel business, ma non direi “radicali” in quanto legati sia alla zona geografica sia dai tempi di implementazione, regolamentazione e nuove norme da parti di enti locali e governativi.

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